La pazzia di Dio

Romanzo storico abbastanza valido, la cui vicenda si snoda tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, per concludersi con la Marcia su Roma. Ambientato principalmente nella campagna abruzzese, la ricostruzione storica e di questo mondo ancora arcaico, che conserva tradizioni e usanze secolari, è molto precisa e curata, mentre la vicenda del protagonista, seppur interessante, a mio avviso non è strutturata nel migliore dei modi: gli avvenimenti sono narrati in una sequenza ordinata ma poco emozionante. Anche lo stile, seppur scorrevole e ricco di inflessioni dialettali che lo impreziosiscono, risulta essere un po' scialbo e poco incisivo. In ogni caso romanzo tutto sommato consigliato e che offre spunti interessanti, ma secondo me si poteva fare di meglio

Il difetto maggiore del libro è l'ingiustificato costo. Ma è un bel romanzo, una saga familiare ambientata in Abruzzo tra otto e novecento, illustrata dal rampollo Andrea, la cui vita si incrocia con la storia drammatica della prima guerra mondiale, ma non solo. Uno stile limpido e gradevole, da romanzo storico che si fa ben leggere; un romanzo che racconta il dissolversi doloroso di un mondo duro, ma anche magico e poetico come quello contadino, e che evidenzia il contrasto folle tra una guerra vissuta con euforia interventista e il devastante deserto emotivo che segue.