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Passeggero bendato ta noi sedeva amore. Ediz. italiana e tedesca - Sergio Ferrero,Heinrich Heine - copertina
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Passeggero bendato ta noi sedeva amore. Ediz. italiana e tedesca
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Passeggero bendato ta noi sedeva amore. Ediz. italiana e tedesca - Sergio Ferrero,Heinrich Heine - copertina

Descrizione


Affidandosi al proprio senso innato, e lungamente coltivato, della poesia, Ferrero si lascia trasportare, 'passeggero bendato', dai delicati ritmi, il solitario andante, di quei versi impeccabili: "Hanno gente stasera, la casa è tutta luci. Alla finestra accesa c'è un'ombra che si muove. Non mi vedi nel buio qui giù dove sto solo; meno ancora tu vedi dentro il mio scuro cuore. Scuro il mio cuore t'ama, t'ama e per te si spezza, si spezza e freme e sanguina, ma tu, tu, non lo vedi". E al ventaglio di traduzioni da Heine, tutte 'poesie originali' esse stesse, s'aggiunge una scelta idiosincratica, ma forse misteriosamente coerente e necessaria, da poeti prevalentemente francesi, Mellin de Saint-Gélais, Corbière, Samain, Jammes, Toulet, Cocteau: "Fare delle tue mani, nonché mani di gloria mani che del tuo corpo serbino la memoria".
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Dettagli

2015
10 novembre 2015
184 p., Brossura
9788869000232

Conosci l'autore

Sergio Ferrero

1926, Torino

Sergio Ferrero (Torino 1926 – Milano 2008) ha vissuto soprattutto a Parigi e a Milano. Ha esordito come narratore a quarant’anni con Gloria. Finalista allo Strega con Il giuoco sul ponte (1971), premio Selezione Campiello con La valigia vuota (1986), e poi premio Comisso con Il ritratto della Gioconda (1993), premio Bagutta con Gli occhi del padre (1996) e finalista al premio Campiello con Le farfalle di Voltaire (2000), Il cancello nero (2003).

Heinrich Heine

1797, Düsseldorf

Scrittore tedesco. Nato da una stimata famiglia di commercianti e banchieri ebrei, fallì nei tentativi di dedicarsi a una carriera borghese. Le alterne vicende della dominazione francese nella città natale risvegliarono in lui precoci tendenze francofile e una profonda antipatia per la Prussia. Aveva già scritto, nel 1817, le sue prime liriche d'amore, quando iniziò gli studi di diritto, filosofia e letteratura a Bonn, dove seguì le lezioni di Schlegel. Nel 1821 passò all'Università di Berlino dove frequentò, tra gli altri, Hegel, Schleiermacher e Chamisso. Le sue prime liriche, pubblicate nel 1822, pur rivelando l'influsso di Byron, mostrano carattere di originalità nel rifarsi allo stile delle ballate popolari e nell'ironico...

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