"Quebecchese il giorno, haitiano la notte". È la definizione attraverso la quale Émile Ollivier amava descrivere se stesso e il suo percorso esistenziale di scrittore, sociologo, docente universitario, animatore culturale. Nato ad Haiti nel 1940, Ollivier intraprende studi di sociologia dapprima nella sua terra natale e successivamente a Parigi. Al ritorno in patria, partecipa all'attività dei circoli letterari di Port-au-Prince e milita attivamente nei gruppi studenteschi. Un impegno mal visto in una Haiti sottoposta alla follia assassina del regime dittatoriale di François Duvalier. Dopo un breve soggiorno in prigione, l'intellettuale è costretto all'esilio prima in Francia e poi in quella che diverrà la sua patria d'adozione: il Québec. È il 1965 quando Ollivier approda nella regione canadese. A partire dagli anni settanta, pubblica vari saggi, frutto della sua attività di sociologo, che vertono sull'alfabetizzazione, sull'integrazione dei migranti e sul rapporto che intercorre tra le radici culturali delle origini, la loro trasformazione a contatto con una nuova realtà sociale e il modo in cui quest'ultima muti a seguito dell'incontro con gli immigrati. Una tensione tra due poli che ritroviamo anche nei sei romanzi e nelle numerose novelle che affiancano e completano la produzione saggistica di Ollivier. La memoria, le difficoltà incontrate in esilio e l'alienazione che ne deriva sono alcuni dei temi principali sviluppati dallo scrittore nelle sue opere. Vincitore del Grand Prix du Livre de Montréal, Passaggi è il romanzo degli esili, al plurale, e una riflessione sull'esistenza umana, intesa appunto come "passaggio". Due storie in parallelo si intrecciano e convergono nei capitoli finali. Da un lato, Normand, un esiliato haitiano in Québec si sposta volontariamente a Miami, città che sceglie come luogo di convalescenza dopo una lunga malattia. Divorato dalla nostalgia, Normand intraprende questo viaggio per interrogare la sua memoria e guardare dentro se stesso. Dall'altro lato, Ollivier celebra il coraggio e la dignità di un gruppo di haitiani che abbandona lo scempio del paese natale e sfida il mare per raggiungere una vita migliore. È quest'ultimo il filone del romanzo più interessante: la costruzione della Caminante, ossia del veliero che avrebbe dovuto assicurare loro l'approdo in terra straniera, la traversata, l'imperversare della tempesta e il naufragio. Il fascino di questi capitoli risiede soprattutto nella vivacità, nei colori, negli odori, nel "gusto creolo" che accompagnano la descrizione del susseguirsi degli eventi. Grazie all'ottima traduzione di Elena Pessini, il lettore vive sensazioni forti ed è catturato da una vicenda in cui i fatti si mescolano a misteriosi presagi, a culti ancestrali, alla magia della ritualità vudù che accompagna le varie fasi del viaggio e che culmina nel momento della possessione durante una cerimonia propiziatoria a bordo della nave. I racconti relativi alla costruzione della Caminante e alle ricerche di Normand, resi attraverso due scritture totalmente differenti, si alternano, così come si susseguono le voci narranti delle due storie: Brigitte, moglie di Amédée Hosange, ossia di colui che guida la spedizione verso un futuro migliore e Régis che ripercorre l'incontro tra Leyda e Amparo, rispettivamente moglie e amante dello stesso Normand. Accanto alle vicende di queste voci principali, Ollivier restituisce le sofferenze di uomini e donne che, volontariamente o per imposizione, devono abbandonare la loro terra natale. Il romanzo è ricco di aneddoti e di personaggi, a volte bizzarri, che sono un'esemplificazione dell'affascinante complessità umana. Passaggi prende in considerazione gli spostamenti spaziali (e con essi i paesaggi di Miami, Montréal e di Port-au-Prince), ma anche i movimenti temporali verso il passato, verso l'infanzia, momento privilegiato dell'esistenza, che rappresenta le proprie radici culturali. Un'epoca distante nel tempo e nello spazio che per alcuni diviene irriconoscibile e rende il ritorno impossibile. Passaggi significa, dunque, spostamenti spazio-temporali, esili, partenze volontarie, ritorni impossibili, ma anche tappe intermedie, trasformazioni e scardinamento di frontiere. Il romanzo è inoltre corredato di una postfazione, curata dalla stessa traduttrice, che risulta uno strumento prezioso per il lettore. La pubblicazione di Passaggi, il secondo romanzo di Ollivier tradotto in italiano dopo Madre-Solitudine, rende omaggio ad un importante scrittore del Novecento continuamente celebrato, soprattutto a partire dalla sua morte, sopraggiunta per arresto cardiaco nel 2002. Un autore originale che merita di essere conosciuto in Italia per le riflessioni sempre attuali sull'esilio sia geografico, con il suo carico di speranze e disillusioni, sia esistenziale. Emanuela Cacchioli
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