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Il partito inquieto. Organizzazione, passioni e politica dei socialisti italiani dalla Resistenza al miracolo economico -  Paolo Mattera - copertina
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Il partito inquieto. Organizzazione, passioni e politica dei socialisti italiani dalla Resistenza al miracolo economico
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Il partito inquieto. Organizzazione, passioni e politica dei socialisti italiani dalla Resistenza al miracolo economico -  Paolo Mattera - copertina

Descrizione


Questo volume racconta la storia del Partito socialista italiano dalla Resistenza al miracolo economico, riservando particolare attenzione alle dinamiche "dal basso", al partito come grande comunità organizzata: l'attività degli iscritti nelle sezioni, le passioni dei militanti, le modalità di sviluppo della burocrazia interna, le forme associative, nonché i simboli e i rituali adottati per aggregare il consenso dei cittadini e per condurre le campagne elettorali. Non vengono però trascurate le dinamiche di vertice.
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Dettagli

2004
28 ottobre 2004
317 p., Brossura
9788843031443
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Indice

Abbreviazioni/ Ringraziamenti/ Introduzione/ 1. La prima rifondazione/La rinascita spontanea e decentrata/Il partito "molteplice" fino alla Liberazione/I modelli di partito/ 2. La difficile istituzionalizzazione/Lo scenario: l'Italia del 1945/Le strutture/Una questione delicata: i finanziamenti/Il partito nella società: donne e giovani/Il partito educatore. Ritualità e propaganda/ 3. Il partito plurale/Gli iscritti/La vita di sezione/Federazioni e burocrazia/I rapporti con il PCI alla base/La Direzione divisa/La debole istituzionalizzazione del PSIUP/"Viva la Repubblica e il Socialismo": la rappresentazione simbolica del 1946/Implosione e spaccatura/ 4. Dal partito di Basso al Fronte democratico popolare/La scissione/Il nuovo ordinamento/I primi passi del PSI: contenimento e rilancio/La mobilitazione organizzativa: l'esperimento di Basso/La mobilitazione totale: il Fronte democratico popolare/ 5. La seconda rifondazione/La breve esperienza della Direzione di centro/Il PSI nel 1949: opzioni ideologiche e pressioni organizzative/La rifondazione/La ricerca dell'identità/ 6. Il partito negli anni della guerra fredda/Gli iscritti e le strutture di base/I quadri, le finanze e l' "apparato"/Le dinamiche interne del partito "morandiano"/La politica nella guerra fredda: clima interno e valori dominanti/ 7. L'apertura a sinistra/L''Operazione Nenni'/'Libertà contro dittatura': il paese diviso nella campagna elettorale del 1953/L''Alternativa socialista': il PSI tra continuità e novità/Sanare la divisione: il Congresso di Torino e l'"apertura a sinistra/Il PSI all'avvio del dialogo: politica e organizzazione/ 8. La destalinizzazione e il ritorno delle correnti/Tra politica estera e politica interna/Dal XX Congresso del PCUS al "Rapporto segreto"/Una base in fermento/Un vertice in difficoltà/Autonomia politica e indipendenza finanziaria/Il dramma: Pralognan e l'unificazione socialista/La tragedia: l'invasione dell'Ungheria/L'epilogo: il "lungo" Congresso di Venezia e il ritorno delle correnti/ Appendice/

Voce della critica

La storiografia dei partiti politici e del loro insediamento nell'Italia repubblicana ha fatto grandi progressi negli ultimi dieci anni, ampliando i suoi orizzonti oltre la dimensione dei dibattiti nei gruppi dirigenti e calandosi in profondità in quella dei loro modelli di organizzazione, delle loro radici nella società, del vissuto e delle motivazioni dei militanti. Finora, però, a sperimentare questo rinnovamento erano stati soprattutto gli studi sul Pci e sulla Dc, mentre assai meno era stato scritto sul Psi, il quale pure è stato non solo un protagonista della vita politica italiana ma, al pari dei due partiti maggiori, un vero partito di massa.
Questa lacuna è ora colmata molto efficacemente dal libro di Paolo Mattera, che coniuga una scrittura nitida e felice con un approccio originale e innovativo, nutrito di una solida base di letture intelligentemente assimilate. Il primo merito di questo lavoro è la notevole capacità di maneggiare e padroneggiare un materiale enorme e multiforme: in primo luogo i dispersi archivi del partito, che nessuno aveva mai consultato con tanta sistematicità, ma anche la stampa di partito, le fonti istituzionali classiche come le relazioni prefettizie, le corrispondenze tra i dirigenti e le lettere dei militanti (soprattutto a Nenni); senza trascurare la documentazione degli archivi delle Federazioni del Pci, con le relazioni e le impressioni dei quadri comunisti sui "cugini" socialisti.
Fra i capitoli di maggiore interesse si segnala il secondo, con un'analisi approfondita delle strutture organizzative, della composizione sociale e della prosopografia degli organismi dirigenti, delle regole e forme del reclutamento, della questione cruciale dei finanziamenti. Ne esce uno spaccato rivelatore della presenza del Psi nella società italiana, diffusa e ramificata, ma al tempo stesso instabile.
L'anomalia rappresentata dal Partito socialista italiano - il solo tra i partiti europei dopo il 1947 a mantenere un rapporto privilegiato con i comunisti e fino al 1956 a schierarsi nella guerra fredda a fianco dell'Urss e delle democrazie popolari - è descritta da Mattera con ricchezza di dati e di particolari. L'autore sembra prendere le distanze dallo schema interpretativo, prevalso negli anni di Craxi, e sopravvissuto ben oltre la fine di quella stagione, che raffigura l'intero periodo tra il 1949 e il 1956 come un "lungo inverno" o una "lunga notte" del socialismo italiano. La sua ricostruzione degli anni della direzione organizzativa di Morandi, che segnarono una vera e propria rifondazione del partito, ne individua con equilibrio i meriti, ma anche le accentuazioni burocratiche, insistendo sulla centralità che venne a rivestire l'apparato di una nuove generazione di funzionari, e non trascurando - accanto alle motivazioni ideali che la animavano - i condizionamenti materiali, rappresentati da una dipendenza spesso anche economica dal Pci. Mattera guarda a questi aspetti - così come alla presenza del fenomeno della "doppia tessera", ridimensionato ma non negato - senza scandalizzati moralismi.
Forse, però, per spiegare fino in fondo come mai il partito allo sbando del 1948 riesca a risollevarsi da una crisi profonda, attestandosi comunque su un numero di iscritti superiore al mezzo milione, e impiantando sezioni in tutto il territorio nazionale, e per capire davvero le radici sociali e le motivazioni politiche di questo slancio, bisognerebbe insistere su radici storiche più lontane: da un lato la tradizione massimalista, dall'altro l'esperienza storica del fascismo, che rendeva i socialisti italiani particolarmente sospettosi nei confronti delle ricorrenti tentazioni autoritarie della classe dirigente italiana e quindi li indusse a lungo a fare dell'"unità di classe" l'alfa e l'omega della loro politica del partito.
Sarebbe anche interessante capire quali radici sociali la rifondazione morandiana del Psi abbia nell'Italia dei primi anni cinquanta, e soprattutto accertare, per quanto possibile, in che misura il partito di quadri "serio oltre che forte" auspicato dal vicesegretario si sia formato nelle lotte sociali di quel periodo, quali spinte specifiche della conflittualità sociale abbia intercettato, anche - inevitabilmente - in concorrenza con il Pci. Sono interrogativi che proprio l'ampia e approfondita analisi di Mattera rilancia all'attenzione degli storici del "partito inquieto".

Aldo Agosti

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