Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Le parole non sono di questo mondo. Lettere al guardiamarina E. K., 1892-1895 - Hugo von Hofmannsthal - copertina
Le parole non sono di questo mondo. Lettere al guardiamarina E. K., 1892-1895 - Hugo von Hofmannsthal - copertina
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 1 lista dei desideri
Le parole non sono di questo mondo. Lettere al guardiamarina E. K., 1892-1895
Disponibilità immediata
6,30 €
-30% 9,00 €
6,30 € 9,00 € -30%
Disp. immediata
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
6,30 € + 4,99 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - Ottima condizione
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
6,30 € + 4,99 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - Ottima condizione
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Nome prodotto
12,35 €
Chiudi
Le parole non sono di questo mondo. Lettere al guardiamarina E. K., 1892-1895 - Hugo von Hofmannsthal - copertina

Descrizione


Tra i carteggi tenuti da Hugo von Hofmannsthal (1874-1929), le lettere scambiate in gioventù con Edgar Karg (1872-1905) occupano un posto d'eccellenza, tanto che lo stesso poeta pensò di pubblicarne un buon numero, in un'antologia che avrebbe dovuto raccogliere il meglio della sua produzione giovanile. Hofmannsthal cerca qui di avvicinare alla propria esistenza da "poeta" un amico che, impegnato nel servizio di marina in località spesso assai remote, non può condividere con lui la stessa ricchezza culturale.
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

2004
127 p., Brossura
9788874620159

Voce della critica

Il breve carteggio estratto dal ricco corpus dell'epistolografia hofmannsthaliana raccoglie una ventina di lettere all'amico Edgar Karg von Bebenburg, nel periodo in cui quest'ultimo muoveva i primi passi in quella carriera di ufficiale di marina verso cui lo indirizzava una radicata tradizione familiare. La scelta, quanto mai opportuna, di accogliere anche diversi passaggi delle risposte di Karg, induce il lettore a relativizzare drasticamente l'idea che il libriccino sia da delibare come una preziosa antologia di formule raffinate intese a persuadere del fascino, se non della necessità, dell'esistenza estetica. I due interlocutori sono in realtà prima di tutto ragazzi appena usciti dal liceo, alle prese non tanto con il problema di conciliare anima e forma a vantaggio dell'una o dell'altra, quanto con quello di conferire una forma specifica alla propria vita adulta, garantendole una collocazione definita nel reticolo delle attese e degli obblighi sociali in cui sentono distintamente di essere inseriti. I pronunciamenti di poetica sparsi qua e là nelle missive di Hofmannsthal, al tempo già famosissimo come adolescente prodigio autore di saggi dallo stupefacente equilibrio di chiarezza e densità, rischiano così di venire sistematicamente fraintesi se non li si incardina a quella tensione autopedagogica che lo stesso Hofmannsthal collega in diverse occasioni al paradigma del gentleman, e su cui Rispoli incentra il sobrio e intelligente percorso di lettura che accompagna la versione dei testi.

Il gentleman corrisponde per il poeta a un modello di totalità calibrato su una sapiente miscela di abilità pratica e disinvolto commercio con il mondo dei libri, un modello che resta in ogni caso imperniato su un "di più" di consapevolezza espresso al massimo grado di coerenza formale in una sorta di misurata spezzatura basata sul pieno dominio delle passioni. "Tu vedi nuove terre e regioni, io leggo libri", scrive Hofmannsthal all'amico impegnato in una missione per mari lontani; "tu provi i pericoli veri e belli e io, almeno talvolta, il piacere di un'eccitante confusione". Vita e forma non appaiono mai banalmente contrapposte in questa silloge di cui lo stesso Hofmannsthal, in una stagione più matura, aveva programmato la pubblicazione. Esperienza del mondo e affinamento spirituale restano momenti complementari di un ideale autoformativo imperniato sull'obbligo di "essere migliori e più nobili della vita", poiché "tutto ciò che vi è di bello e di prezioso consiste nel sopportare".

Nel paradigma del gentiluomo educato a un pacato riserbo e a una salda presa sulle contingenze del reale, lo scrittore ritrova la chiave per un proficuo bilanciamento di natura e artificio, sperimentando così innanzi tutto sul piano personale quella fedeltà al carattere complesso e ambivalente dell'esistenza che ispirerà le vicende di più di un protagonista della sua produzione giovanile. "Vorrei diventare molto famoso, vorrei saper andar bene a cavallo, parlar bene l'italiano, camminare e parlare in modo elegante ed essere un vero gentleman ". La piena esplicazione delle attitudini individuali è qui evidentemente il frutto non di una persuasione nativa, bensì proprio di quella retorica che tre lustri più tardi un altro giovane intellettuale, Carlo Michelstaedter, condannerà recisamente muovendo sì da premesse analoghe, ma adeguando il proprio programma di autoperfezionamento a un clima culturale e ideologico nel frattempo fortemente inaspritosi, come il lettore di questo carteggio può facilmente osservare, notando per esempio la completa assenza di quel motivo del sesso che dominerà invece sullo sfondo dell'epistolario, per certi versi paragonabile a quello hofmannsthaliano, tra Scipio Slataper e le tre amiche.

M. Pirro è ricercatore di letteratura tedesca all'Università di Bari

Leggi di più Leggi di meno

Conosci l'autore

Hugo von Hofmannsthal

1874, Vienna

Scrittore, drammaturgo e librettista austriaco.Esordì sedicenne, sotto pseudonimo, con una raccolta di poesie intrise di una malinconia tipicamente decadente. Figlio unico di una famiglia agiata, Hugo fu educato a Vienna, capitale dell'impero austroungarico, nel momento del suo dissolvimento. Fu molto precoce, e il suo talento fu presto evidentissimo, capace di far proprie le influenze di culture e letterature eterogenee, mentre asssimilava anche le istanze dei movimenti letterari contemporanei."Loris" fu lo pseudonimo col quale esordì, appena diciassettenne, col dramma "Gestern" (1891), cui sarebbero presto seguite una trentina di liriche di grande compostezza e di forma ispirata, oltre a una serie di drammi brevi.Cambiando completamente l'orientamento della sua produzione teatrale,...

Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore