La parola muta

scheda di Bonifazio, M., L'Indice 1998, n. 2

La raccolta di pantomime che Paola Maria Filippi ci propone - due di Bahr, noto più come critico letterario, e due di Schnitzler, che non richiede presentazioni - costituisce un prezioso strumento iniziatico per quanti ancora non conoscano uno dei generi sperimentali più praticati, seppur meno diffusi, dagli scrittori dello "Jung Wien*. La pantomima infatti, testo scritto per essere tradotto in gesti e danza accompagnati dalla musica senza dover mai passare per il tramite della verbalizzazione, costituisce una delle soluzioni estetiche più estreme maturate in un'epoca in cui la parola detta, ormai corrotta e contaminata, deve farsi muta per potersi riappropriare del suo originario ruolo di mezzo di comunicazione. Le opere qui presentate hanno come protagonisti, per entrambi gli autori, personaggi della commedia dell'arte. Bahr, le cui pantomime non furono mai né musicate né messe in scena, adotta una scrittura narrativo-didascalica con qualche concessione all'inserzione di dialoghi - sempre rigorosamente da mimarsi - nella rielaborazione del tema del patto col diavolo ("Il caro Augustin*), mentre Schnitzler, autore della pantomima più famosa e applaudita dell'epoca, "Il velo di Pierrette", sceglie sorprendentemente la forma dialogica, aumentando così il piacere di leggere un testo nato per essere mimato.