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«Parleremo al mondo intero». La propaganda del fascismo all'estero - Benedetta Garzarelli - copertina
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1 gennaio 2004
XII-252 p., Brossura
9788876947995

Voce della critica

La costruzione tentata dal fascismo di un proprio immaginario e di un proprio universo ideologico e simbolico è stata oggetto, in tempi recenti, di numerose ricerche, orientate per lo più a rintracciare, attraverso quella costruzione, il senso profondo del progetto totalitario. Lo studio dell'ideologia, intesa come uno dei nuclei di verità del fascismo, ha finito con l'inglobare anche lo studio della propaganda. Il ricco e assai documentato volume di Benedetta Garzarelli - dedicato a una particolare branca della propaganda, quella all'estero - si muove invece su un terreno diverso, sicuramente meno frequentato: ha per tema, infatti, la "macchina" (ovvero le istituzioni, gli individui e gli strumenti impiegati), i temi prevalenti e i moventi.
L'attenzione emersa sin dall'inizio alle reazioni dell'opinione pubblica estera, in particolare europea e statunitense, fu affiancata, negli anni del pieno consolidamento del regime, ai tentativi di indirizzare quelle reazioni e di influenzarle in misura decisiva. Ai primi esperimenti di propaganda all'estero, rivolti prevalentemente alle collettività italiane emigrate, seguirono nei primi anni trenta un'azione più incisiva e nuove forme organizzative. La vera svolta si ebbe con l'istituzione nel 1934 della sezione propaganda, rapidamente trasformata in Direzione generale, posta sotto la guida di Galeazzo Ciano. L'organo, che aveva il compito di coordinare e implementare le iniziative promosse dal regime per influenzare l'opinione pubblica internazionale, nacque sull'onda delle celebrazioni del decennale della marcia su Roma e per effetto del timore che il regime nazista in Germania potesse lanciare un'azione di propaganda oltreconfine su larga scala. L'operato della Direzione generale si concretizzò soprattutto nella diffusione di opuscoli e materiale a stampa, per lo più appositamente prodotti, ma anche nella realizzazione di trasmissioni radiofoniche, pellicole cinematografiche e mostre d'arte. Alle manifestazioni ufficiali, o comunque realizzate con il concorso o il consenso delle autorità locali, si affiancavano poi le attività clandestine, quali la distribuzione di materiale a giornalisti e organi di stampa o le iniziative rivolte al circuito ristretto dei simpatizzanti stranieri. La divulgazione della storia e della cultura italiana si sovrapponeva, confondendosi, con la promozione delle realizzazioni del fascismo e del suo progetto politico, dando luogo a quello che l'autrice definisce "ambiguo intreccio tra Italia e fascismo"; un intreccio che si manifestava anche nella duplicazione della presenza italiana all'estero, divisa tra la diplomazia ufficiale e quella ufficiosa delle organizzazioni fasciste, tra la presenza dello stato e quella del partito.
Oltre alla genesi e all'evoluzione della Direzione generale, all'organizzazione degli uffici, al modo di operare e ai frequenti attriti con altre istituzioni, Garzarelli esamina le campagne di propaganda in Germania e in Francia, da cui risultano scenari differenti e per molti versi opposti, sintomatici della grande duttilità e della capacità di adattamento alle diverse realtà locali mostrata dall'azione propagandistica del fascismo.

Alessio Gagliardi

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