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Parlano le donne. Poetesse catalane del XXI secolo. Testo catalano a fronte - copertina
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Descrizione


Quindici poetesse catalane rappresentate con la loro produzione dei primi sette anni del XXI secolo. Nuove voci di donne nella lingua di una grande tradizione poetica europea.
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Dettagli

2008
29 maggio 2008
XVIII-204 p., Brossura
9788879374286

Voce della critica

L'antologia ideata e curata da Donatella Siviero mostra la grande vitalità e freschezza della tradizione poetica catalana attraverso quindici voci femminili che hanno pubblicato le loro raccolte tra il 2001 e il 2007. Poetesse viventi di differenti generazioni – da Montserrat Abelló, nata nel 1918, alla poco più che ventenne Àngels Gregori – offrono una variegata campionatura dell'attuale produzione lirica in lingua catalana, in un volume con testi a fronte e belle traduzioni di Giuseppe Tavani, Francesco Ardolino, Costanzo Di Girolamo, Oriana Scarpati e la stessa Siviero.
Nella presentazione, la curatrice traccia un resoconto delle vicende storiche della poesia catalana, che dai fasti medievali a oggi conosce periodi di intensa espansione alternati a profonde crisi espressive, talvolta sino all'ammutolimento. Per i primi possiamo ricordare, con i termini della storiografia letteraria specialistica, la Renaixença della seconda metà dell'Ottocento, il Modernisme che ne segue, e quindi il Noucentisme; per le seconde è sufficiente evocare gli anni della dittatura franchista, con la ben nota imposizione del castigliano a tutto il territorio spagnolo e la perentoria chiusura nei confronti delle altre lingue e identità culturali. Se solo con l'avvento della democrazia la letteratura catalana riprende pieno vigore, negli ultimi decenni la sua fecondità è ormai un dato di fatto, come dimostra la scelta della Catalogna a ospite d'onore del Salone del libro di Francoforte nel 2007.
L'opzione femminile è stata dettata dalla volontà di far conoscere voci tutto sommato neglette rispetto alla sproporzionata presenza maschile riscontrabile nelle antologie poetiche catalane esistenti, senza tuttavia voler indugiare con ciò in quell'acritico atteggiamento ghettizzante che alle volte traspare da certi gender studies teoricamente poco addestrati. Sta di fatto che le quindici donne che parlano nel volume (Maria Beneyto, Margarita Bellester, Montserrat Rodés, Teresa Pascual, Anna Montero, Vinyet Panyella, Cèlia Sànchez Mústich, M. Rosa Font i Massot, Anna Aguilar-Amat, Susanna Rafart, Rosa Vilanova, Maria Josep Escrivà, Gemma Gorga, oltre alle due già nominate) testimoniano tutte di un desiderio di dire che mai si sottrae al confronto con il reale.
Nell'estrema varietà dei contenuti e dei moduli stilistici, compositivi e metrici che caratterizza questi testi (vi compaiono versi brevi e lunghi, ampie strofe, distici epigrammatici, poème en prose, e perfino un sonetto), osserviamo nel complesso una sostanziale tendenza alla chiarezza e quindi il dono raro della leggibilità. Dai toni lievi e malinconici di Montserrat Abelló all'ira scandita, talora espressionisticamente gridata di Maria Beneyto; dalla visionarietà sottovoce delle strofette-finestrelle di Montserrat Rodés allo sguardo tagliente, quasi "fenomenologico" di Teresa Pascual; dalla pacatezza degli interni domestici di Anna Montero all'apocalissi di Vinyet Panyella; dal raziocinio perplesso di Cèlia Sànchez Mústich all'atteggiamento ribelle di Àngels Gregori, possiamo rilevare in conclusione come la volontà di farsi comprendere diventi anche esplicita presa di posizione etica e civile, espressione di fede in un umanesimo disincantato, ma solidamente consapevole che ancora nel XXI secolo ha il coraggio di affermare, come fa M. Rosa Font i Massot: "Credo nella luce della parola".
Stefania Sini

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