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Pane amaro. Un immigrato italiano in America - Elena Gianini Belotti - copertina
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Pane amaro. Un immigrato italiano in America - Elena Gianini Belotti - copertina
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Descrizione


Il libro è la storia vera del padre dell'autrice che a sedici anni, nel 1919, a causa del fallimento del padre, piccolo imprenditore, emigra nell'Oregon per costruire una ferrovia. Le condizioni di lavoro sono così disumane e i soprusi così frequenti da spingerlo a tentare due volte il suicidio. Timido e sensibile, impara a suonare la fisarmonica, va a San Francisco e si guadagna da vivere suonando alle feste degli italiani. Quando la fisarmonica gli viene rubata, nessuno gli offre un altro lavoro: in preda alla disperazione spacca la vetrina di un negozio e viene incarcerato. Maltrattato e picchiato dai secondini, si ribella, sembra perdere la ragione e viene internato in un manicomio dove un fratello lo trova tre anni più tardi.
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Dettagli

2006
22 febbraio 2006
385 p., Rilegato
9788817009836

Valutazioni e recensioni

4,78/5
Recensioni: 5/5
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Esther
Recensioni: 5/5

Questo romanzo, acquistato moltissimi anni fa e riletto di recente, è amaro e malinconico. Un plauso all'autrice, la cui penna delicata è riuscita a tratteggiare tinte forti, ma anche sfumature in chiaroscuro di ciò che è stata l'esperienza più brutta che ha toccato milioni di italiani: l'emigrazione. Anch'io ho appena ultimato la stesura di uno storico inerente alle migrazioni italiane e posso dire che, oltre al saggio di Gian Antonio Stella "L'orda. Quando gli albanesi eravamo noi", c'è tutto un sottobosco di orrori da scoprire, se solo si sa dove guardare. I libri scolastici ovviamente parlano di mere cifre, ma dietro quelle cifre c'è stata della gente che è morta di fame, che è stata impiccata, massacrata di botte, sparata o mandata alla sedia elettrica. Pochi sono stati gli italiani che ce l'hanno fatta. Per cui il mio grazie va a chi, come la Belotti, parla di Gildo e non di Rodolfo Valentino o di altrettanti italoamericani famosi alla stregua di Frank Capra, Bob De Niro, Coppola eccetera. Perché gli ultimi, i poveracci, quelli che nella scala sociale risiedono agli ultimi gradini, hanno tanto da dire ed è bello dar voce anche a loro.

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Cricco
Recensioni: 3/5

Mah, di molto bello c'è la ricostruzione storica. Per il resto la trama è molto statica, soprattutto all'inizio. L'unico personaggio che emerge è quello che incarna il padre dell'autrice, gli altri hanno una caratterizzazione psicologica meno definita, nonostante se ne parli abbastanza.

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concetta
Recensioni: 5/5

concetta ho letto in questi giorni "pane amaro", devo dire che mi è piaciuto moltissimo, raccolgo il suggerimento che ho trovato tra le recensioni e lo passerò al mio collega che, a scuola, coordina le attività di intercultura, ne parlerò con i ragazzini, anche se non insegno lettere, forse li aiuterà a riflettere prima di offendere il loro compagno magrebino. ieri a san vittore un ragazzo si è impiccato, ho pensato a gildo e ho capito cosa deve aver provato quel giovane, perciò la crudezza di certe pagine non mi è sembrata inutile, è la realtà, a volte, ad essere cruda. mi è piaciuto tanto anche come l'autrice ha presentato la figura del protagonista con i suoi stati d'animo, emozioni, abbattimenti, alla fine si ha l'impressione di averlo conosciuto davvero.

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Conosci l'autore

Elena Gianini Belotti

1929, Roma

Di origine bergamasca, ha diretto per vent’anni il Centro Nascita Montessori di Roma. Ha esordito nella saggistica nel 1973 con Dalla parte delle bambine (Feltrinelli 2013) sul precoce condizionamento al ruolo femminile, seguito da Prima le donne e i bambini (Feltrinelli 1998), Non di sola madre (Rizzoli 1985) e altri. È tornata alla narrativa nel 1985 con il romanzo Il fiore dell'ibisco (Rizzoli 1985, Premio Napoli) e poi, Pimpì Oselì (Feltrinelli 2002), Apri le porte all'alba (Feltrinelli 1999), Voli (Feltrinelli, Premio Rapallo Carige 2001), Prima della quiete (Rizzoli 2005 Premio Grinzane Cavour, Premio Viadana, Premio Maiori) e Pane amaro (Rizzoli 2006), Cortocircuito, Milano (Rizzoli, 2008), Onda lunga, (nottetempo 2013).

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