Le palme selvagge

Personalmente ho preferito "Il vecchio", la storia del detenuto, perché credo sia molto più faulkneriana e ricca di contenuti rispetto all'altra. Quella di Harry e Charlotte è una vicenda dolorosa, di certo molto controversa per gli anni in cui è stata scritta, ma non la collocherei tra le migliori dell'autore. La storia del detenuto senza nome è invece pazzesca, genera nel lettore un sentimento di compassione e comprensione. Per questo il protagonista mi ha ricordato Anse Bundren (protagonista di "Mentre Morivo"): così come lui ci tiene a mantenere la parola dalla alla moglie e dunque decide di portare le sue spoglie a Jefferson, il detenuto non ha nessuna intenzione di restare libero, così tenendosi stretto la barca di proprietà del carcere e la donna che era stato incaricato di salvare dalla piena, egli si butta in un viaggio di quasi due mesi, senza senso, perché deve tornare al penitenziario, restituire la barca e mettere in salvo la donna. Ci sarebbe moltissimo altro da dire su questo romanzo, per questo vi consiglio di leggerlo, anche una storia per volta se volete, scegliendo il vostro ordine, ma fatelo. È il consiglio migliore che possa darvi.

In due diverse parti degli Stati Uniti, seguiamo gli amanti Harry e Charlotte, fuggiti insieme per godersi l'amore, e allo stesso tempo la vicenda di un detenuto che, durante un'evacuazione causata dallo straripamento del fiume Mississippi, si ritrova libero senza volerlo. • I personaggi delle due linee narrative non si incontreranno mai. Ad essere onesti, queste storie hanno davvero poco in comune, eppure l'autore ha scelto questa giustapposizione perché riteneva che "Le palme selvagge", ovvero la storia degli amanti, non fosse abbastanza potente da sola. E io sono d'accordo.

Un Faulkner teso ed atroce. E con gli occhi aperti ed asciutti, come sempre. Trama che si addensa come un temporale e precipita inesorabile e non senza lampi e tuoni di sorprese sui personaggi. Si dibattono sferzati senza riparo né redenzione, abitati da forze più grandi di loro. Narrazione asetticamente immune da ogni retorica dei buoni sentimenti. Scrittura scagliata con potenza lirica e cupa contro l'ipocrisia dei pregiudizi sociali, contro credenze religiose e velleità di giustizia. Si resta presi, attoniti, dalla forza espressiva, dal misterioso, inquietante rimbombare delle parole, scelte con insondabile sapienza.