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Il paese dove non si muore mai
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Il paese dove non si muore mai - Ornela Vorpsi - copertina
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paese dove non si muore mai

Descrizione


"È il paese dove non si muore mai. Fortificati da interminabili ore passate a tavola, annaffiati dal raki, disinfettati dal peperoncino delle immancabili olive untuose, qui i corpi raggiungono una robustezza che sfida tutte le prove. Siamo in Albania, qui non si scherza". Una bambina intelligente e curiosa, la sua scoperta del mondo in un paese che ha spento l'utopia nella barbarie e che non tollera dubbi né domande. Il racconto tagliente e irresistibile delle sue diatribe con Madre-Partito, delle sue esercitazioni militari, dei suoi giochi innocenti e sinistri; l'impertinenza del corpo che cambia sotto gli sguardi avidi dei maschi, il desiderio di fuggire come amara morale di un'acuminata "favola della dittatura".
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Dettagli

2005
13 settembre 2005
111 p., Brossura
9788806170196

Valutazioni e recensioni

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Silvana K.
Recensioni: 1/5

Profondamente indignata da questo libro. Offende gli albanesi e l'Albania.

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nihil
Recensioni: 3/5

Ornela si muove a scatti tra varie età e situazioni, ma sempre seguendo il filo logico dello stupore, del sarcasmo e a volte ironia. Ornela porta a riflettere, libro andrebbe proposto nelle scuole.

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luca.d
Recensioni: 5/5

Se il travestimento femminile è una risorsa per ridicolizzare lo stereotipo maschile della donna, per fondare quello stereotipo l’uomo ricorre allo svestimento. Se ne occupa Ornela Vorpsi, nel suo eccellente esordio narrativo Il paese dove non si muore mai (Einaudi): ma non come atto materiale (sotto questo profilo, anzi, il romanzo è molto pudico) bensì come categoria dello spirito. In Albania, paese natio della scrittrice e teatro degli eventi, la bellezza è quasi una maledizione, è predestinazione alla prostituzione: trapassata da un occhio maschile violentemente profanatore della sua sessualità, la bella si vede svestita della possibilità di indossare un’identità diversa dal suo ruolo. Per di più all’interno di una dittatura, per la quale lo svestimento, come continuo denudamento spirituale delle persone, è la principale pratica costitutiva del potere. Non resta che abbandonare il paese, fuggire le radici e travestirsi da intellettuale cosmopolita che scrive in una lingua diversa da quella madre, come ha fatto la Vorpsi. (Ho incrociato la scrittrice per un’oretta in un contesto affollato. Faceva caldo e si era in un interno. Lei non si è mai tolta il soprabito, stringendoselo anzi addosso ed è rimasta piuttosto silenziosa. Lì per lì l’ho presa semplicemente come una posa da femme fatale. Dopo ho letto il libro e quel soprabito ha assunto sfumature più complesse).

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Conosci l'autore

Ornela Vorpsi

1968, Tirana

Ornela Vorpsi ha studiato Belle Arti in Albania, poi, dal 1991, all'Accademia di Brera. Dal 1997 vive a Parigi. È fotografa, pittrice e videoartista. In Italia ha pubblicato Il paese dove non si muore mai (Einaudi 2005; Premio Grinzane Cavour opera prima, Premio Viareggio Culture europee, Premio Vigevano, Premio Rapallo opera prima, Premio Elio Vittorini opera prima), Vetri rosa (Nottetempo 2006), La mano che non mordi (Einaudi 2007; Premio per la letteratura di viaggio l'Albatros città di Palestrina, Premio letterario nazionale città di Tropea). È stata segnalata tra i 35 migliori scrittori europei nell'antologia Best European Fiction curata da Aleksandar Hemon (Dalkey Achive Press 2010), Bevete cacao Van Houten! (Einaudi 2010), Fuorimondo (Einaudi 2012).

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