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Pactum salis - Olivier Bourdeaut - copertina
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Pactum salis

Descrizione


Dopo il successo di Aspettando Bojangles, Olivier Bourdeaut torna con un romanzo che ha per tema la singolare amicizia tra due trentenni profondamente diversi per carattere, estrazione sociale e scelte di vita, ma accomunati dalla medesima difficoltà a rapportarsi e ad aprirsi autenticamente all’altro.

«Una commedia contemporanea che non manca di sale!» - Le Figaro

«Tanto la trama, ricca di suspense, quanto la cornice… tutto è originale nel nuovo romanzo di Olivier Bourdeaut» - La Croix

«Degno erede di una tradizione di cui fanno parte Queneau, Prèvert e Romain Gary, Bourdeaut racconta la sua famiglia con ironia e commossa ingenuità, trasmettendo al lettore la sua gioia di vivere che vuole essere più forte di qualsiasi dramma.»la Repubblica

Sul terrazzino della suite dell’Hermitage di La Baule, Michel sorseggia il suo meritato Bollinger. Sono le prime vacanze che si concede dall’inizio della sua vita professionale, cominciata, quand’era appena diciottenne, presso un’agenzia immobiliare di Rezé affiliata al potente marchio globale Century 21, e prolungatasi per dodici, lunghi anni di intenso, accanito lavoro. Anni che hanno fortunatamente dato i loro frutti. Dopo aver svuotato la bottiglia, a tarda notte Michel decide di sfrecciare per le strade della costa con la sua Porsche nuova di zecca. È l’alba del giorno dopo quando Jean prende la macchina e raggiunge la sua salina a Batzsur- Mer. Insofferente al ritmo convulso della città, Jean, senza proclami né proselitismo, ha avviato una piccola rivoluzione personale per ritrovare sé stesso: ha lasciato Parigi, si è sbarazzato del televisore gettandolo tra i rifiuti, si è liberato della rete rivendendo il computer. Da allora le sue giornate sono segnate da un’unica attività: l’apprendimento del mestiere di salinaio, una professione a metà strada tra l’agricoltura e le arti marinare. Imboccando la strada delle saline, Jean scorge una Porsche rossa posteggiata di fianco al suo cumulo di sale, la portiera spalancata e l’autoradio che trasmette una musica elettronica che in quel luogo, per lui ammantato di fascino ancora medievale, risulta tanto incongrua quanto anacronistica. Lí accanto, steso sul telone che ricopre il sale, un uomo russa senza freno. Puzza di alcol, di sbronza pesante. Ma quel che è peggio è che, prima di crollare, ha urinato sul sale, frutto di settimane di lavoro da parte di Jean, il cui primo impulso è quello di afferrare un badile e regolare i conti con l’insolente… Una settimana dopo, in una fresca giornata d’agosto a Batz-sur-Mer, dopo diciassette giorni di sole infuocato e vento secco, salinai e stagionali si avvicendano alla raccolta con rinnovato buonumore, spingendo con passo rapido e temerario la carriola lungo le strette corsie di fango secco e screpolato. Nei dintorni delle vasche li attende, però, una macabra scoperta: da uno specchio d’acqua spuntano due piedi, nudi e sudici e con le dita spalancate come occhi che hanno visto la morte. Dopo il successo di Aspettando Bojangles, Olivier Bourdeaut torna con un romanzo che ha per tema la singolare amicizia, «amicitia pactum salis» dice un proverbio medievale, tra due trentenni profondamente diversi per carattere, estrazione sociale e scelte di vita, ma accomunati dalla medesima difficoltà a rapportarsi e ad aprirsi autenticamente all’altro.
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Dettagli

2018
4 ottobre 2018
256 p., Brossura
9788854516984

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Bookworm
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Unicamente attirata dal fatto che questo libro fosse tra le Occasioni su questo sito, mi sono approcciata a questa lettura con la mente completamente aperta e aspettandomi forse una vena comica oppure, paradossalmente, una trama quasi da thriller. Diciamo che della seconda non c'è quasi nulla, mentre la prima è moderata dalle vicende un po' drammatiche dei protagonisti che portano però a un rapporto molto complesso tra i due che incuriosisce inevitabilmente il lettore. Questo romanzo mi ha certamente instillato il desiderio di cercare di leggere più autori francesi, che evidentemente qualcosa da insegnarci ce l'hanno anche loro.

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Voce della critica

L’incontro improbabile fra due totali opposti, che si muovono in luoghi, ambienti lavorativi e passaggi mentali che il francese Olivier Bourdeaut ha frequentato prima di diventare un romanziere di successo. Forse il suo secondo libro non è magico come Aspettando Bonjangles, esploso come fenomeno, fra traduzioni e vari tipi di adattamento, ma non manca d’essere profondo, perfino toccante, raccontando una vicenda singolare, fatta di contrapposizione, complicità, amicizia. Iniziata quando Jean, che gestisce una salina, si accorge che parte del suo sale è stato rovinato da uno sconosciuto, Michel, che non ha trovato di meglio che urinarci sopra.

Stilisticamente non inferiore al precedente, Pactum Salis (250 pagine, 17 euro) era stato iniziato prima del bestseller e completato dopo. Bourdeaut, tradotto da Roberto Boi, ingrana il ritmo giusto non immediatamente e, lungo il volume, corteggia qualche luogo comune, correndo il rischio, evitato, di sguazzarci. Cambia registro, è più audace nel linguaggio, cerca con più convinzione e trova lo spaccato ludico, ironico, perfino improbabile, di una vicenda che contrappone il parigino Jean, figlio di intellettuali, convinto sostenitore di una vita quasi monastica, a contatto con la natura, nella sua salina di Guérande (panorama idilliaco che in qualche modo diventa protagonista), scollegato da ogni forma di tecnologia, e il provinciale Michel, originario della regione di Nantes, agente immobiliare trasformato dalla capitale, proprietario di una Porsche, arrogante e materialista, che si concede una vacanza dopo lunghi anni di lavoro senza tregua, in cui ha accumulato denaro, in barba a un’infanzia di stenti. Dopo una gioventù di eccessi, per trovare una dimensione ideale Jean ha invece preferito un lavoro faticoso e non particolarmente redditizio. Si annusano, si influenzano a vicenda, con la propria presenza mettono in discussione l’esistenza l’uno dell’altro.

In realtà Jean e Michel hanno anche qualche elemento in comune: sono soli, hanno desideri e sogni ben celati nel proprio cuore e non disdegnano l’alcol. In qualche dialogo e in certe eccentricità si possono ravvisare echi del suo esordio, ma Bourdeaut non si fa irretire dal facile bis e vira quasi verso il thriller nella parte finale del nuovo romanzo, fra atmosfere cupe (c’è di mezzo un corpo senza vita) e un investigatore sui generis, Jules Kedic, specializzato nei furti di biciclette. Paradossalmente l’enorme fortuna del debutto finisce per non giovare al secondo titolo di Bourdeaut, caricato di aspettative, eppure a suo modo sorprendente e originale, decisamente meno incantato (stavolta non si intravedono echi di Fitzgerald…) e più ruvido, con meno fantasia. E non solo perché l’autore, in passato, ha lavorato sia come agente immobiliare che, più brevemente, in una salina.

Recensione di Giovanni Leti

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Conosci l'autore

Olivier Bourdeaut

1980

Olivier Bourdeaut è nato nel 1980 in una casa affacciata sull’Oceano atlantico, rigorosamente priva di televisore. Ha potuto così leggere e fantasticare molto. Prima di scrivere Aspettando Bojangles (Neri Pozza, 2016) è stato un disastroso agente immobiliare, factotum in una casa editrice di libri scolastici, raccoglitore di fior di sale di Guérande a Croisic. Nel 2018 ha pubblicato il suo secondo romanzo, Pactum salis, edito in Italia da Neri Pozza.

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