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L' osteria dei soprannomi - Marco Sommariva - copertina
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L' osteria dei soprannomi
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L' osteria dei soprannomi - Marco Sommariva - copertina

Dettagli

2014
28 luglio 2014
208 p.
9788898155378

Valutazioni e recensioni

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Gabriella
Recensioni: 5/5

Questo libro mi ha attirato subito appena letto il titolo:i soprannomi mi hanno sempre divertito perché sono più reali dei nomi "ufficiali", perché raccontano una storia in poche lettere.Un soprannome ben dato ti presenta immediatamente la realtà del personaggio che hai di fronte. Qualcosa del genere capita con i brevissimi capitoli di questo libro che con un bel ritmo descrivono un mondo grottesco e surreale che ci rivela però in che "vero" mondo stiamo vivendo suggerendoci che forse bisogna trovare il tempo e il modo di cambiarlo, di "rinominarlo". Rubando le parole a Nick Cave (che commmenta a metà della storia) possiamo dire di trovarci di fronte a un libro che è " un salvagente lanciato dalle galassie ad un uomo che sta affogando nella noia di questo mondo"

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Camilla Osemont
Recensioni: 5/5

L'Osteria dei soprannomi si ricorda come un sogno che è accaduto di fare. Come una canzone proveniente da un vicolo in lontananza di cui si è seguito il suono per scoprire dove si celasse mai quel cantastorie-poeta. Poetico e grottesco, surreale e onirico, vediamo svolgersi uno spettacolo perturbante. I faretti di questo "palcoscenico" si accendo via via ad illuminare ipocrisie, egoismi, ogni ferita della nostra società, attraverso i gesti, le parole, le bizzarrie dei personaggi che interpretano le metafore che si susseguono, sollecitando le nostre coscienze, rivolgendosi in particolar modo a chi sia ancora in grado di vedere, di sentire, chiedendoci di non restare indifferenti, perché "sarebbe un peccato gettare al vento due secoli di conquiste per una svista". Calata la notte, si può sentire una voce che chiede:"c'è ancora qualcuno?" Penso sia un libro rivolto a chi questa voce la riesce a sentire, a chi si domanda perché ci deve essere una radio in sottofondo in ogni luogo, persone che inventano panchine monoposto per i luoghi pubblici, a chi si accorge ancora dell'arrivo delle rondini, alle persone che nelle tasche la verità non ce l'hanno, ma forse un sorriso e un dubbio, a quelli che non si sentono furbi a non fare qualcosa di buono perché tanto non lo fa nessuno e se sono l'unico a farlo non cambia niente, ma continuano a farlo, anche rimasti i soli. A quelli che non pensano che sia tutto da rifare ma ad incominciare debba sempre essere qualcun altro.

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Anna Marsilii
Recensioni: 5/5

Un libro scritto bene, con una scrittura accattivante da leggere prevalentemente di notte e uno stile mai scontato, mai banale. Molti ritroveranno personaggi conosciuti nel bar di quartiere, personaggi sui quali c'è sempre 'da scrivere un libro'. Ma la sua originalità non risiede in quanto è buffo un personaggio piuttosto che un altro, anzi; quel livello di lettura lascia presto lo spazio alla metafora dell'esistente, il lato serio e profondo dell'Osteria dei soprannomi. E' lo spazio nel quale lo scrittore denuncia lo stato di degenerazione attuale e le forme, sia pur distorte, di resistenza che sono attuabili ormai solo dall'individuo singolo o da sparuti gruppi. In una contemporaneità impazzita nella quale non si capisce più il significato di parole come "libertà", "dignità", "sociale", "solidarietà".... serve forse una piccola bussola per ri-orientarsi. E il libro a mio parere si presta proprio allo scopo e per questo avrebbe bisogno di maggior diffusione.

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