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L'INSEGNANTE SAVONESE HA PUBBLICATO "l'OSSESSIONE"-UN NUOVO LIBRO PER PAOLA ROSA - Paola Rosa è nata a Savona il 5 maggio 1971, insegnante, ha già pubblcato opere poetiche e di narrativa, tra cui una lirica per il Premio Letterario "Donna Moderna" (1996), il racconto "Le scarpe col tacco" sulla rivista letteraria "Percorsi d'oggi" (1997, il racconto "La cicatrice" su "Le maestre cattive" della serie Quaderni di civiltà e cultura piemontese (2003), il racconto "Un giorno Qualunque", secondo classificato al Premio Letterario per giovani autori Effetto Notte di Reggio Emilia nel 2004 sul catalogo Tracce 04. In "L'ossessione", ultimo suo lavoro, edito dalla Ennepilibri di Imperia, l'autrice narra, con uno stile fresco e coivolgente, una storia ambientata in una terra di mare che avvolge tutto e tutti, facendo da sfondo alla vicenda. Un intrigante romanzo che parla della convulsa, febbrile, tormentata storia, intessuta di sentimento, vuoti improvvisi e eros tra la protagonista, Giulia, che gestisce una bancarella di libri e Alberto. L'ossessione amorosa di Giulia, che diviene ben presto vitale, esistenziale, giunge a sconvolgere la sua quotidianità e a sgomberarla di persone e di cose che nulla hanno a che fare con la sua esclusiva, univoca, incontrollata passione. Paola Rosa dispone di piglio sicuro, di mano salda e di talento. (La Stampa, 2 gennaio 2005).
C'è una caratteristica dirompente nel romanzo breve di Paola Rosa che merita di porre la giovane scrittrice finalese all'attenzione dei lettori e della critica. Con mano ferma e sapiente, L'autrice conduce l'autore in un gorgo via via sempre più profondo nel buio del quale si coglie una sola (ed in qualche modo semplice ed evidente) verità; le parole del romanzo si accampano sulla pagina all'unico scopo di raccontare magistralmente l'impossibilità di comunicare. E' un'aporia solo apparentemente irrisolvibile, dal momento che spesso la migliore letteratura racconta (e a volte lenisce il dolore) della parola che non riesce a farsi carne, ma rimane nascosta nel fondo della coscienza e la corrode come una falange di tarli. La storia d'amore intensa e disperata che l'Autrice racconta sembra porsi infatti attraverso una sola chiave di lettura: c'è l'intensità del sentimento raffinato al calore dei sensi che non riesce (e non può riuscire) ad emergere in superficie e a farsi parola. La fiamma della passione, anzichè forgiare un uomo e una donna nuovi, consuma il loro amore nel silenzio. Ma questo stesso amore esiste soltanto in virtù di quel silenzio che lo condanna.In un paese di scrittori più che di lettori- e di autori neofiti improvvisati che pagano lo scotto dell'esordio assumendo su di sè il rischio della pubblicazione- l'Autrice fa la differenza con il prodotto che ha confezionato. Il piglio dell'Autrice è sicuro, la mano salda e di talento. Il tempo, l'esercizio e l'esperienza potranno limare qualche piccola ingenuità e regalarci prove sempre più convincenti. Antonella Granero
Una scrittura rapida e concisa, priva di mere indulgenze naturalistiche, contraddistingue l'opera. L'intrigante romanzo è una sorta di concitato resoconto quotidiano che, Giulia, la protagonista, scandisce a pennellate nervose, come per obbedire ad un demone che non le concede tregua. Irrompe, fin dalle prime pagine, Alberto, conosciuto una sera alla bancarella da lei gestita, d'estate, in una località di mare. Nasce, tra i due, una relazione febbrile e tormentata, intessuta di sentimento, di vuoti improvvisi e di eros. Riluce e lampeggia, laconico e ronzante il semidio del cellulare, che è preludio dei tumultuosi incontri. Altri personaggi fanno da labili ombre sulle quinte della vicenda narrata. Sullo sfondo, calmo e tempentoso, il mare, fluida metafora di tutte le metamorfosi. Gianni Pre
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