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Anno edizione: 2020
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«Una sintesi magnifica di poetica e di etica» - Marc Fumaroli
Nel 1647, al crepuscolo del Siglo de Oro, appare a Huesca, nell'Aragona, un sottile libro in-12°, opera di un Lorenzo Gracián dietro al quale si celava un teologo gesuita dalla solida fama di scrittore, Baltasar Gracián. Nessuno poteva prevedere che quei trecento aforismi avrebbero esercitato in Europa - grazie soprattutto alla traduzione-travisamento di Amelot de la Houssaie, dedicata a Luigi XIV nel 1684 - un'influenza immensa, sino a diventare un classico dell'educazione del gentiluomo, amato da Schopenhauer (che volle tradurlo) e apprezzato da Nietzsche. Ma che cos'era in realtà l'Oracolo manuale (cioè 'maneggevole, di facile consultazione')? Per capirlo, non abbiamo che da affidarci a Marc Fumaroli, il quale, in un illuminante saggio, ci rivela come l'Oracolo, trasformato da Amelot in una collezione di tattiche mondane, fosse qualcosa di infinitamente più audace e innovativo. Fondandosi sulla lezione della saggezza antica e sull'umanesimo teologico della Compagnia - sulla fiducia, dunque, nella cooperazione della natura e della grazia -, in opposizione al rigorismo giansenista, con quel libretto dallo stile conciso e concentratissimo Gracián intendeva infatti offrire alle grandi anime libere un viatico per affrontare vittoriosamente i pericoli e le insidie di un mondo degradato - e per imprimere il loro marchio nella vita politica e civile. Non una regola, dunque, ma uno stile, sorretto dalla conoscenza di sé e degli uomini non meno che dall'eleganza delle maniere e dal gusto raffinato, dal sapere enciclopedico e dalla solidità del giudizio, dalla docilità della volontà e dalla più calibrata riservatezza.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Frutto di un'acuta osservazione psicologica del grande moralista del Siglo de Oro, il libro non è soltanto un manuale aforistico di potente e stringato, quasi laconico, tacitismo su come l'uomo di valore possa vivere in un'epoca complessa e compromissoria quale il '600 (libro da leggere insieme alla Dissimulazione Onesta di Torquato Accetto, che di poco lo precedette), ma è anche un libro da leggere come un palinsesto culturale, perché divenne famoso grazie ad una traduzione contemporanea in francese, che ne cambiò il titolo (L'Uomo di Corte) e le cui note e commenti ne influenzarono l'interpretazione. Il saggio magistrale e splendido di Fumaroli ricostruisce questa doppia identità e il mondo politico, culturale e religioso da cui fu generata.
Questo libro ne contiene due, quello dell’autore in copertina e lo straordinario saggio che lo segue, duecento pagine fitte di Marc Fumaroli, intellettuale coltissimo e grande conoscitore del Seicento, il secolo di Baltasar Graciàn. Quando, nel 1647, esce l’Oracolo con i suoi trecento aforismi, capolavoro di concisione e di perforante conoscenza di uomini e cose, c’è la guerra franco-spagnola, che vedrà la sconfitta di Madrid. Questo, osserva Fumaroli, non portò Graciàn al rinnegamento del suo umanesimo teologico, ma gli inoculò una buona dose di disincanto. Del resto, Graciàn era un gesuita, ma non un baciapile che si batteva il petto tra nubi d’incenso. Anzi, in un romanzo satirico che gli costò la pubblica penitenza e l’esilio, si prese la libertà di ironizzare sui suoi compagni di fede. Convivevano in lui l’autore di opere di devozione e il disilluso osservatore dei vizi umani. E’ una duplicità senza contraddizioni che sostanzia anche l’Oracolo, un viatico per uomini che vogliano vivere fra uomini con consapevole destrezza. Per la capacità di far coesistere molteplici significati in poche righe e per la potente laconicità Graciàn non ha avversari fra i moralisti. Cito a titolo di esempio uno degli aforismi: “[Il sapere e il coraggio] rendono immortali, dal momento che lo sono; più si sa, più si è, e tutto può chi è saggio. Uomo senza conoscenze, mondo al buio. Senno e forza, occhi e mani; senza coraggio è sterile la sapienza”.
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