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Ontologia - Achille C. Varzi - copertina
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Ontologia

Descrizione


Che cosa esiste? A questa domanda, uno dei più antichi e irrisolti problemi filosofici, risponde quel ramo della filosofia nota come ontologia. In questo libro Achille Varzi, docente al Dipartimento di Filosofia della Columbia University di New York, illustra la discussione filosofica attualmente dedicata all'ontologia.
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Dettagli

2
2008
5 maggio 2005
Libro universitario
177 p., Brossura
9788842076230

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giacinto plescia
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il sentiero ininterrotto che non conosce oblio ma solo la risonanza dell’ikona dell’essere che si dà , si eventua quale onto-teleologia, quale sentiero del destino dell’essere:ontoteloslogia più tosto che ontoteologia, o mitopoiesis o mitologia: è l’ontopoiesis quale evento della risonanza dell’ontoteleologia dell’eSSere. Il pessiero dell’origine dell’opera d’arte dispiegò prima una ontoteologia poi un’ontica, ma mai si disvelò la ontoteleologia dell’opera d’arte o della poiesis, o del suo pensiero poetante. Solo alla fine dell’ultimo millennio la qualità di destinanza, o ontoteloslogia, si disvela quale sentiero che l’opera d’arte traccia, o getta nella mondità , quale destino ontologico dell’essere. Lì in quel sentiero ininterrotto l’eSSere si disvela nell’esserci per essere custodito nell’opera d’arte quale ikona della destinanza dell’eSSere, quale immagine del destino ontologico dell’eSSere nella mondità. La nascente ontologia dell’opera d’arte può rispondere all’enigma della destinanza dell’eSSere quale ikona dell’essere nella mondità: il destino dell’eSSere si eventua nella morfogenesi vuota della radura ove l’inter-essere poetante si getta quale ontologia della libertà della destinanza o quale attanza poetante del’essere, prima dell’attanza immaginaria nella physis e dell’attanza virtuale nella mathesis, nella tecnè, nella epistemè. Solo così l’ontologia dell’opera d’arte si eventua quale ascolto della risonanza dell’intermittenza poetante dell’essere in essere, dell’essere in attanza poetante nella physis poetante e nel kaosmos ..

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Dopo Parole, oggetti, eventi e altri argomenti di metafisica (Carocci, 2001; cfr. "L'Indice", 2002, n. 6), Achille Varzi propone un'altra breve introduzione all'ontologia, una disciplina a cui negli ultimi tempi il mercato editoriale italiano ha iniziato a porre una certa attenzione. Si potrebbe pensare che due libri dello stesso autore, su argomenti analoghi, a distanza di pochi anni, e anche rivolti a un pubblico simile (di persone dotate di competenze filosofiche, ma non necessariamente specialisti della materia), rischino di sovrapporsi in buona misura. Questo rischio è stato invece evitato. Mentre il primo libro proponeva una panoramica di alcuni dei principali problemi trattati ai nostri giorni dalla metafisica di orientamento analitico, sforzandosi soprattutto di presentare un'ampia selezione di argomenti, allo scopo di mostrare il modo di procedere dei filosofi analitici nelle questioni di metafisica, Ontologia costituisce piuttosto un tentativo di "mettere ordine" nella disciplina. I due volumi si presentano dunque come sostanzialmente complementari.
La prima parte del libro è infatti dedicata a questioni tipicamente "metafilosofiche", ovvero a spiegare quali siano gli obiettivi, i compiti, gli oggetti di studio dell'ontologia, e quali i suoi rapporti con le altre discipline filosofiche. In particolare Varzi cerca di chiarire la differenza tra ontologia e metafisica. Dopo aver esaminato varie concezione alternative, propone di definire l'ontologia come la disciplina che si occupa di stabilire che cosa c'è, mentre la metafisica tenterebbe di rispondere alla domanda relativa a che cos'è quello che c'è. La distinzione può apparire abbastanza chiara, ma nella pratica le cose possono essere piuttosto confuse: se due ontologi concordano nel sostenere entrambi l'esistenza, poniamo, delle proprietà, ma forniscono poi - da un punto di vista metafisico - due caratterizzazioni molto diverse di questa categoria di entità, risulterebbe a questo punto difficile sostenere che il loro accordo sul piano ontologico sia più che tanto significativo, e i confini tra le due discipline potrebbero diventare piuttosto incerti. Pur consapevole di queste difficoltà, Varzi riesce comunque nel corso del libro a mostrare l'utilità della distinzione da lui proposta.
La seconda parte è dedicata ai metodi dell'ontologia, e prende in esame diversi modi di intendere l'impresa ontologica, distinguendo tra l'altro fra approcci ermeneutici e stipulativi, fra impostazioni prescrittive e descrittive, fra concezioni assolute e relative. La terza parte (la più ampia) è infine dedicata a un esame di alcuni dei problemi più rappresentativi affrontati dagli ontologi contemporanei. L'esposizione è più sommaria di quella offerta nel volume precedente; una delle maggiori novità è costituita dallo sforzo di organizzare l'esposizione secondo una partizione disciplinare interna all'ontologia, distinguendo in particolare fra ontologia materiale (fra i temi trattati: universali, eventi, collezioni, entità matematiche, entità sociali, opere d'arte, entità fittizie) e ontologia formale (fra i temi trattati: la mereologia - teoria del tutto e delle parti -, l'identità, la dipendenza ontologica, le relazioni topologiche). Molto ricchi sono i rimandi bibliografici all'ampia letteratura sull'argomento, tali da soddisfare le esigenze di approfondimento dei lettori più disparati.

Guido Bonino

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