Omicidi d'annata

A pensarci bene, come si muove chi tenta di risolvere un caso? Basta una girata di chiave ed ecco la morte capovolta nel gioco di una similitudine: "Gira il rullo al contrario e riportala in vita. Premi un bottone come spesso fanno nelle comiche, in cui treni distrutti si ricompongono, imperatori detronizzati tornano sul trono, il sole sorge a ovest". A scriverlo sembra semplice, l'opera calma di un tranquillo estensore, mentre i rami del reale sono spesso così splendidamente contorti da sfiorare sul serio la manovra perfetta. Accade allora che respiranti manichini passeggino sulla scacchiera dei giorni fingendo ad arte silenzi e immobilismi; accade che termiti astutissime "si scavino un buco nella struttura del silenzio"; accade di trovarsi di fronte a tizi cinici e privi di pietà dopo aver giurato, un momento prima, che fossero "molluschi senza più la conchiglia". Si snodano così questi racconti, lenti nel loro fruscio di normalità apparente e di colpo sussultori a smentirne ogni linea. Perché "il cuore è un'entità stravagante, come il mercurio. Sgambetta dappertutto all'interno della persona". E la verità slitta sotto le suole della chiarezza come su un'imprevista patina di ghiaccio; può essere figlia di lontani tremori, di sottili tentacoli inconsci, di accuse o colpe mai risolte del tutto, di un fondo interiore imprendibile a noi stessi. Così la profondità di uno scavo d'indagine può perdersi nel più innocente degli errori, e Bradbury non manca di dircelo col suo talento scanzonato, con quell'istinto pregno di bravura che irride ogni metodo laccato: "Inciampiamo in una sedia e ce la prendiamo con l'oggetto, non con la nostra sbadataggine". Nelle ombrose esattezze della ragione il crimine sa annusare il guasto, il difetto nascosto, e lo corteggia con arte consumata. Ed è questo in definitiva l'aspetto che lega il lettore all'uomo della strada, quel prurito di male fra le scapole dell'ordine. P.S. Obbligo di sosta sul racconto I Siamesi: un vero capolavoro.