Oltremare

Libro completamente incentrato su una lunghissima e drammatica deriva che vede i protagonisti dispersi in pieno Oceano; due pescatori, compagni non per libera scelta di una battuta di pesca per la quale sarebbe stato saggio non partire, essendo la tempesta già all’orizzonte. Ma i due salpano, e salpano verso un’avventura spaventosa che li mette difronte alla straordinaria potenza della Natura, alla crudeltà delle circostanze, alla nudità della loro essenza. Tutto del loro tentativo di sopravvivenza verrà in ogni momento ricodificato, spezzato, scarnificato e riorganizzato, che si tratti di questioni legate alla contingenza o del rapporto tra i due, tra le loro profonde differenze che spaziano tra il renderli complementari e inconciliabili. In quell’infinito abisso blu, indifferente e generoso a suo modo, magnifico e tremendo, con i giorni che scorrono e che asciugano e sfiniscono i corpi, e l’anima stessa dei due, emergono le verità nascoste e profonde di queste due esistenze. Il tempo scorre svuotato del valore che l’uomo sa dargli. È pura astrazione dilatata come é dilatata la mente ormai allucinata dei due pescatori. Ma é proprio dentro questo marasma che si compie un’elaborazione assai intima, un’espiazione che redime, piega, inginocchia. C’è molto di più in queste pagine disperate, qualcosa che é bene affrontare a mente libera. Ciascuno troverà in qualcosa di diverso la forza del silenzio di una Natura che non ci parla e ci mette difronte a noi stessi, che sia la tempesta, la “fine del mondo”, o la vastità del mare calmo che si confonde con il cielo, che ingloba tutto in una tranquillità inquietante, o in quei segni che ogni volta riagganciano alla speranza, alla vita. Un romanzo, credo, nel quale ognuno troverà una sua prospettiva di lettura. Dalla mia di prospettiva, é mancata una spinta che attraversasse tutto il racconto il quale, invece, mi ha toccato davvero solo a tratti.

Parte bene il romanzo di Lynch, due personaggi, il vecchio pescatore ed il giovane rimpiazzo che si ritrovano naufraghi nella vastità dell'Oceano Pacifico su una piccola barca. a dovere affrontare lo spettro della sete e della fame nella vastità del mare. Poi il tutto si dilunga in una lunga e noiosa serie di riflessioni sulla vita, sulla morte, ecc. Il tutto già letto innumerevoli volte senza alcun guizzo. Interessante se era lungo meno della metà, invece si giunge alla fine tra uno sbadiglio ed un colpo di sonno.