Oltre il capitalismo. Macchine, lavoro, proprietà

Si manifesta da subito l'approccio interdisciplinare fuori dal "pensiero unico", affrontando aspetti cultural-epistemologici dove l'uomo è spesso assente. In una società vieppiù priva di senso, dove il significato si separa dalla funzione.Per questo "è possibile riformare con la lotta politica per realizzare segmenti economici alternativi alla logica dominante". La crisi mondiale , la necessità di distinguere tra debito pubblico per spesa pubblica da quella per sprechi pubblici, tenendo insieme il sistema, affiancando al welfare state quello solidaristico e comunitario, solo cosi si rilanciano investimenti e occupazione. L'A ricorda che gli andamenti delle forze produttive sono intimamente legati alle forme della produzione e quindi ai rapporti sociali. Ma l'ordoliberismo è finanziarizzato ed è soverchiante e distruttivo, con le istituzioni europee complici e prive di legittimazione popolare, mentre la tecnologia toglie il lavoro vivo.Nuovi saperi e nuove complessità. "Decentralizzazione, virtualizzazione, modularità e interoperabilità nonchè la (..) prototipizzazione, altro non sono che strumenti e applicazioni insieme che sempre più si trasformano e trasformano l'ambiente tecnico, sociale, economico,umano in cui sono immersi, embedded (..) ossia frutto e insieme cause e concause della forma che via via assume la società civile".Sempre meglio l'analisi qualitativa, sempre meglio studiare gli operai. Lo Stato sia servus non dominus delle relazioni industriali nel loro perno nel rapporto tra le parti sociali. Le comunità come sistema di relazioni e di valori d'uso, realizzando nella polis il bisogno di relazione e di sostegno comunitario. Eccoci dunque alla unica via di uscita dalla crisi odierna: una opera di trasformazione culturale che conduce gli attori dei mercati all'autoregolazione con regole semplici (fairness) e compliance non stataliste, ma affidate alle regole morali degli attori. Merci e lavoro salariato vanno interpretate come relazioni culturali

Una analisi accurata e meticolosa con quello che in un futuro molto prossimo l'umanità intera dovrà fare i conti, ,l'autore oltre ad una attenta analisi dei meccanismi legati allo sviluppo delle nuove tecnologie e che prenderanno piede in maniera globale, cerca di dare delle soluzioni o meglio dei suggerimenti per poter limitare al minimo i danni che da questo enorme progresso tecnologico, faranno nel mondo del lavoro così come oggi viene concepito. Difetti? Forse non molto accessibile se non si ha una buona conoscenza dell'economia.

Come sempre, Sapelli non delude e ci guida a riflettere, pensare, giudicare. Maestro illustre dell'economia sociale, ci accompagna per mano nei meandri delle relazioni tra imprese, lavoratori, capitale, profitto e inclusione sociale.