Oggetti di bellezza

Oggetti di bellezza è stata una piacevole sorpresa. Unisce al suo interno varie storie e generi. La storia di Lacey Yeager, che è abbastanza cinica e ambiziosa da farsi strada nel mondo dei collezionisti d'arte. La storia della voce narrante,Daniel Franks, che si accontenta di scrivere articoli per un giornale d'arte e che subisce il fascino di Lacey. Ma c'è anche una spolverata di storia dell'arte moderna, e un segreto che lega i due protagonisti ad un quadro, che verrà svelato solo alla fine. Insomma, è consigliatissimo !

Una ventina d'anni di aste e passaggi di mano nel mondo dei quadri che dettavano le sorti raccontati da un amico messo in secondo piano, una volta amante ed un'altra complice, veri nomi e dipinti, circostanze e gallerie a tratti riconoscibili e, dato il merito della prima parte dell'aver ambientato l'arrampicata della protagonista tra il classico ed il moderno con anche immagini di supporto, l'approdo al contemporaneo presenta mancanza di elementi costitutivi ed impersonalità (una citazione o battuta su Rothko è in tutti i romanzi che anche solo diano un accenno al contesto), con evidente disinteresse agli anni '90 quali davvero furono, creatori e disfattori della egemonia dell'arte come veicolo mondiale commerciale e simbolo di potere esibito (se la protagonista fosse rimasta nel suo ambito iniziale il romanzo ne avrebbe guadagnato dato il percepibile maggiore interesse e sicurezza di movimento da parte dell'autore). Non c'è ambizione caustica come facilmente per questa tematica, nè di ilarità, tantomeno quella di voler costruire una narrazione severa e, la caratteristica malinconica dei due romanzi precedenti di S. Martin, non è in questo pervenuta. Così il personaggio è caratterizzato da bellezza e mancanza di scrupoli con quel tanto d'ignoranza per consentirle il passaggio di certi limiti ma l'autore, assoggettato al fascino di immagini romantiche possibilmente cinematografiche ne devia la rappresentazione inserendo scene a straniamento della, fino a quel punto, tentata anche se approssimativa costruzione (e, nell'ultima parte, il totale fuori contesto, l'aggiunta del prototipo Chandler dell'agente Fbi, fedora sulla testa, che prende senza chiedere e non parla d'amore). La personale storia amorosa del narratore, nella sua implausibilità, ha un sentore di rivalsa a beneficio dei lettori e, anche lì, puro cinema.