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Il libro prende spunto da un fatto realmente accaduto: il 29 aprile del 1947 a Potenza, una manifestazione contadina per il lavoro viene stroncata dalla polizia che, quando la folla tenta di occupare la prefettura, apre il fuoco uccidendo uno studente liceale e ferendo altri 14 dimostranti. "L'obbligo di consegnare agli ammassi i residui di grano non era cosa giusta, che era cosa da affamare chi lavora la terra" (p.30). Quanto è vicina la storia raccontata al nostro presente? Se solo si pensa che la primavera araba iniziò per l'aumento del prezzo del pane e che anche ora siamo in un momento storico nel quale, a breve, avremo carenza di cereali di ogni tipo, si può affermare, senza paura di essere smentiti, che la storia si ripete ma noi arriviamo al suo cospetto sempre impreparati. Nel momento in cui, per oggettivi problemi quotidiani, libere manifestazioni di cittadini vengono represse nel sangue ci si chiede se il diritto individuale e/o collettivo sia una concessione benevola dello Stato (padre premuroso e attento), piuttosto che un diritto inalienabile. Quanta differenza c'è, quindi, fra democrazia formale e democrazia reale? Una distanza, sicuramente, incolmabile. L'italia ha veramente fatto i conti con il proprio passato? L'amnistia del 22 giugno del 1946, voluta da Togliatti, fu un bene per il nostro paese? Un sano "voltare pagina"? Ecco questo libro ci interroga su questioni ancora aperte e a cui, a loro modo, risponderanno i protagonisti: Giovanni Ceccante, Camillo Bentivenni (detto diavolorosso), Lodovico Marotta, Emilio Brancucci e Livio Marchesi... siete i miei eroi! Vigilare sulla nostra fragile democrazia e resistere alle tentazioni di derive autoritarie è nostro obbligo sempre!
Il libro prende spunto da un fatto realmente accaduto: il 29 aprile del 1947 a Potenza, una manifestazione contadina per il lavoro viene stroncata dalla polizia che, quando la folla tenta di occupare la prefettura, apre il fuoco uccidendo uno studente liceale e ferendo altri 14 dimostranti. "L'obbligo di consegnare agli ammassi i residui di grano non era cosa giusta, che era cosa da affamare chi lavora la terra" (p.30). Quanto è vicina la storia raccontata al nostro presente? Se solo si pensa che la primavera araba iniziò per l'aumento del prezzo del pane e che anche ora siamo in un momento storico nel quale, a breve, avremo carenza di cereali di ogni tipo, si può affermare, senza paura di essere smentiti, che la storia si ripete ma noi arriviamo al suo cospetto sempre impreparati. Nel momento in cui, per oggettivi problemi quotidiani, libere manifestazioni di cittadini vengono represse nel sangue ci si chiede se il diritto individuale e/o collettivo sia una concessione benevola dello Stato (padre premuroso e attento), piuttosto che un diritto inalienabile. Quanta differenza c'è, quindi, fra democrazia formale e democrazia reale? Una distanza, sicuramente, incolmabile. L'italia ha veramente fatto i conti con il proprio passato? L'amnistia del 22 giugno del 1946, voluta da Togliatti, fu un bene per il nostro paese? Un sano "voltare pagina"? Ecco questo libro ci interroga su questioni ancora aperte e a cui, a loro modo, risponderanno i protagonisti: Giovanni Ceccante, Camillo Bentivenni (detto diavolorosso), Lodovico Marotta, Emilio Brancucci e Livio Marchesi... siete i miei eroi! Vigilare sulla nostra fragile democrazia e resistere alle tentazioni di derive autoritarie è nostro obbligo sempre! Libro non adatto ha chi possiede un'anima nera...
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