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L'odore della polvere da sparo - Attilio Coco - copertina
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L'odore della polvere da sparo - Attilio Coco - copertina

Descrizione


Potenza è la prima tappa di una vicenda che prende il via davanti alla prefettura un martedì di aprile del 1947. La polizia spara sulla folla scesa in piazza contro la fame e la disperazione che dilaga nelle campagne. Piove a dirotto e, nel vicino liceo classico, il professore Lodovico Marotta è nervoso, agitato, distante, mentre spiega un passo dell'Eneide. Il racconto di Gianni Ceccante, all'epoca studente timido e incerto e oggi affermato attore di teatro, comincia da quella mattina. A raccogliere le sue memorie è lo scrittore Pietro Mattei, che ricompone vite segnate da un brutto "morbo", un focolaio che si diffonde a macchia d'olio anche fuori dai confini del Belpaese, subdolo, dalle mille facce. Addirittura seducente. Si chiama fascismo. Gianni impara a leggere in profondità la realtà che lo circonda finendo per caso in una libreria, un "covo libertario" frequentato dal suo insegnante, ex confinato politico, e dal compagno di classe Diavolorosso. La nuova rotta lo porta a Roma. Una sera, mentre recita, i suoi occhi incontrano quelli di Alejandra, la Maga. L'esistenza della ragazza è segnata da ossessioni e paure, dettate da immagini che vengono da un futuro che insanguinerà l'Argentina, terra verso cui è attratta dall'amore per Victor e da un destino ineluttabile. L'epilogo si svolge a Torino, dove Gianni spopola in teatro. Ormai non è più lui a raccontare. A tirare le fila è lo stesso scrittore Pietro Mattei che...
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Dettagli

2015
10 giugno 2015
272 p., Brossura
9788896350508

Valutazioni e recensioni

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Vite che sono la tua
Recensioni: 5/5
Un piccolo gioiello

Il libro prende spunto da un fatto realmente accaduto: il 29 aprile del 1947 a Potenza, una manifestazione contadina per il lavoro viene stroncata dalla polizia che, quando la folla tenta di occupare la prefettura, apre il fuoco uccidendo uno studente liceale e ferendo altri 14 dimostranti. "L'obbligo di consegnare agli ammassi i residui di grano non era cosa giusta, che era cosa da affamare chi lavora la terra" (p.30). Quanto è vicina la storia raccontata al nostro presente? Se solo si pensa che la primavera araba iniziò per l'aumento del prezzo del pane e che anche ora siamo in un momento storico nel quale, a breve, avremo carenza di cereali di ogni tipo, si può affermare, senza paura di essere smentiti, che la storia si ripete ma noi arriviamo al suo cospetto sempre impreparati. Nel momento in cui, per oggettivi problemi quotidiani, libere manifestazioni di cittadini vengono represse nel sangue ci si chiede se il diritto individuale e/o collettivo sia una concessione benevola dello Stato (padre premuroso e attento), piuttosto che un diritto inalienabile. Quanta differenza c'è, quindi, fra democrazia formale e democrazia reale? Una distanza, sicuramente, incolmabile. L'italia ha veramente fatto i conti con il proprio passato? L'amnistia del 22 giugno del 1946, voluta da Togliatti, fu un bene per il nostro paese? Un sano "voltare pagina"? Ecco questo libro ci interroga su questioni ancora aperte e a cui, a loro modo, risponderanno i protagonisti: Giovanni Ceccante, Camillo Bentivenni (detto diavolorosso), Lodovico Marotta, Emilio Brancucci e Livio Marchesi... siete i miei eroi! Vigilare sulla nostra fragile democrazia e resistere alle tentazioni di derive autoritarie è nostro obbligo sempre!

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Vite che sono la tua
Recensioni: 5/5
Una piacevole scoperta

Il libro prende spunto da un fatto realmente accaduto: il 29 aprile del 1947 a Potenza, una manifestazione contadina per il lavoro viene stroncata dalla polizia che, quando la folla tenta di occupare la prefettura, apre il fuoco uccidendo uno studente liceale e ferendo altri 14 dimostranti. "L'obbligo di consegnare agli ammassi i residui di grano non era cosa giusta, che era cosa da affamare chi lavora la terra" (p.30). Quanto è vicina la storia raccontata al nostro presente? Se solo si pensa che la primavera araba iniziò per l'aumento del prezzo del pane e che anche ora siamo in un momento storico nel quale, a breve, avremo carenza di cereali di ogni tipo, si può affermare, senza paura di essere smentiti, che la storia si ripete ma noi arriviamo al suo cospetto sempre impreparati. Nel momento in cui, per oggettivi problemi quotidiani, libere manifestazioni di cittadini vengono represse nel sangue ci si chiede se il diritto individuale e/o collettivo sia una concessione benevola dello Stato (padre premuroso e attento), piuttosto che un diritto inalienabile. Quanta differenza c'è, quindi, fra democrazia formale e democrazia reale? Una distanza, sicuramente, incolmabile. L'italia ha veramente fatto i conti con il proprio passato? L'amnistia del 22 giugno del 1946, voluta da Togliatti, fu un bene per il nostro paese? Un sano "voltare pagina"? Ecco questo libro ci interroga su questioni ancora aperte e a cui, a loro modo, risponderanno i protagonisti: Giovanni Ceccante, Camillo Bentivenni (detto diavolorosso), Lodovico Marotta, Emilio Brancucci e Livio Marchesi... siete i miei eroi! Vigilare sulla nostra fragile democrazia e resistere alle tentazioni di derive autoritarie è nostro obbligo sempre! Libro non adatto ha chi possiede un'anima nera...

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