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Occorreva che nascessi - Gianfranco Lauretano - copertina
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Descrizione


«Ecco un poeta "spudorato". Lauretano viene da quella terra di Romagna che sta tra Forlì e Santarcangelo, tra le chiarità di Melozzo e la passione di Cagnacci, tra la corsa delle colline e la vastità del mare. È un poeta che non ha pudore a toccare temi e modi che sembravano banditi, o almeno sconsigliati, in quello che lui stesso ha definito il regno del "poetically correct". Nella sua lingua piana e pur densa, dove la lezione dei dialettali romagnoli e dei grandi poeti russi del primo novecento si fondono, appaiono la figlia Agnese, la moglie ragazza Sabina, l'indignazione, l'eredità di fede, il lavorare quotidiano, i panorami non eccezionali. Ma appaiono - ed è qui la vera radice del coraggio spudorato -senza chiedere permesso alla letteratura, e vengono affidati alla poesia come a un gesto semplice e vitale perché essi hanno un valore positivo e infinito. È un gesto di memoria, di custodia. Questa poesia, a differenza di molta parte della letteratura che ci circonda, tiene a memoria l'inizio delle cose, della presenza delle persone in quanto segno del loro valore smisurato. L'inizio di una presenza, di una parola, di una persona, infatti, è il punto in cui sulla trama della storia preme l'eterno generante. Anche quando sono colte nella loro "fine" o nella loro "crisi", le cose della vita sono sempre inizi memorabili. Inserendosi dunque nel non vasto coro dei poeti che si sono concentrati sul mistero degli "inizi", da Rilke a Betocchi, da un certo Pascoli a Luzi, finalmente Lauretano aggiunge il suo timbro e il suo stile, e la sua potente umiltà.» (Davide Rondoni)
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Dettagli

2004
1 gennaio 2004
124 p.
9788821159053

La recensione di IBS

«Ecco un poeta "spudorato". Lauretano viene da quella terra di Romagna che sta tra Forlì e Santarcangelo, tra le chiarità di Melozzo e la passione di Cagnacci, tra la corsa delle colline e la vastità del mare. è un poeta che non ha pudore a toccare temi e modi che sembravano banditi, o almeno sconsigliati, in quello che lui stesso ha definito il regno del "poetically correct". Nella sua lingua piana e pur densa, dove la lezione dei dialettali romagnoli e dei grandi poeti russi del primo novecento si fondono, appaiono la figlia Agnese, la moglie ragazza Sabina, l'indignazione, l'eredità di fede, il lavorare quotidiano, i panorami non eccezionali. Ma appaiono - ed è qui la vera radice del coraggio spudorato -senza chiedere permesso alla letteratura, e vengono affidati alla poesia come a un gesto semplice e vitale perché essi hanno un valore positivo e infinito. è un gesto di memoria, di custodia. Questa poesia, a differenza di molta parte della letteratura che ci circonda, tiene a memoria l'inizio delle cose, della presenza delle persone in quanto segno del loro valore smisurato. L'inizio di una presenza, di una parola, di una persona, infatti, è il punto in cui sulla trama della storia preme l'eterno generante. Anche quando sono colte nella loro "fine" o nella loro "crisi", le cose della vita sono sempre inizi memorabili. Inserendosi dunque nel non vasto coro dei poeti che si sono concentrati sul mistero degli "inizi", da Rilke a Betocchi, da un certo Pascoli a Luzi, finalmente Lauretano aggiunge il suo timbro e il suo stile, e la sua potente umiltà». (Davide Rondoni)

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Conosci l'autore

Gianfranco Lauretano

1962, Sessa Aurunca, Caserta

Gianfranco Lauretano è un critico letterario, autore e traduttore italiano. Nato a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, ha lavorato nel campo dell’insegnamento, tenendo corsi di poesia per studenti e docenti. Ha diretto la collana Poesia contemporanea e l’Almanacco dei Poeti e della Poesia Contemporanea per la casa editrice Raffaelli di Rimini ed è fondatore e direttore letterario della rivista di arte e letteratura Graphie.Ha tradotto numerose opere dal portoghese e dal russo e curato volumi di letteratura italiana, occupandosi, tra gli altri, del commento ai canti XXIX, XXXII e XXXIII del Purgatorio di Dante (Rizzoli, 2001), dei volumi monografici La traccia di Cesare Pavese, (Rizzoli, 2008), e Incontri con Clemente Rebora (Rizzoli, 2013). Ha pubblicato inoltre...

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