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Finalmente si trova un fantasy che si avvicina moltissimo al SDA. Per la verità ci sono moltissime sequenze e scene che si riconducono all'opera di Tolkien, ma successivamente Jordan dimostra che il suo mondo è nel complesso autonomo dal capolavoro fantasy per antonomasia. Colpisce più di tutto l'interessante intelaiatura di fatti ed avvenimenti che oscillano tra l'epoca leggendaria e quella invece recente, che si scopre piano piano lasciando al lettore il gusto della rivelazione e della scoperta. I personaggi, a dir la verità, non godono tutti di una caratterizzazione soddisfacente. Lan e Moiranine sono abbastanza stereotipati nel ruolo di guardiano cinico e imperscrutabile e maga semi-invincibile che avvia la storia. Passiamo su migliori lidi quando ci focalizziamo su Rand, Nynaeve e in parte Mat e Perrin. Interessanti alcuni momenti ( Shadar Logoth, ma anche le Vie, senza dimenticare le fasi conclusive all'occhio del mondo). Inoltre ci sono ancora parecchi misteri su cui la saga dovrà per forza fare luce, e sicuramente questo invoglia alla lettura dei romanzi successivi. Chi è LEws Therim Telamon, detto Kinslayer? QUali insidie e potenzialità può riserbare il personaggio di Padan Fain? Come si identifica il tenebroso recluso nella prigione di Shayol' Ghoul? Purtroppo su questo sito si cerca sempre di paragonare alcuni autori a Jordan, ed in modo particolare Martin. Martin vanta una descrizione introspettiva più efficace e complessa, ma si sta parlando di un autore molto più moderno, e di conseguenza anche la sua opera risente del momento in cui è uscita. Jordan è più di scuola Tolkeniana: costruisce un universo fantastico, ma verosimile, e poi pone degli obiettivi ai protagonisti, regalando nel frattempo alcune rivelazioni del suo macrocosmo, rendendo la lettura molto più dinamica di quanto si creda. E poi ragazzi, la descrizione onirica di Jordan vince 100 a 1 contro Martin; mai letti dei sogni così suggestivi e inquietanti.
Fantastico! Non solo il primo volume, che inizia in sordina e ti introduce nel mondo complesso e ricchissimo creato da Jordan, ma anche tutti gli altri: una specie di droga che ti spinge a divorare i lunghi romanzi uno dopo l'altro. Jordan mette in scena razze, costumi, personaggi credibili con trovate a volte geniali (come le Camminatrici di sogni...). Tutto il ciclo è basato sulla dualità yin e yang: maschile/femminile, luce/ombra, positivo/negativo, etc. Su questo si innesta una trama fantasy molto "umana" e avventurosa. Ovviamente, dato che dopo l'Odissea non è stato inventato niente di nuovo, nella saga ci sono continui riferimenti ad altre opere, da Dune al Signore degli anelli al Tao della Fisica, ma tutto è riutilizzato con originalità. Peccato che Fanucci non abbia curato molto l'editing e la revisione delle traduzioni... Speiamo che la nuova edizione economica in corso di pubblicazione sia più accurata
Parafrasando l'inizio di questa saga, possiamo dire che "l'occhio del mondo" ' non è l'inizio, ma è senz'altro UN inizio' È un fantasy classico, in pura tradizione "sword and sorcery", dunque non è nulla di nuovo ed eclatante, tuttavia è l'inizio, molto ben scritto, di una saga grandiosa. Ho già letto il seguito e posso dire che, pur essendoci molti cliché tipici del genere questi non pesano. Un finale che sembra, e di fatto è, frettoloso e quasi "stiracchiato" trova un senso nei libri successivi. Jordan si muove da maestro in un ambiente già noto, eppure non sembra mai qualcosa di "già letto". Molto consigliato agli amanti del Fantasy classico.
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