La notte in cui ci siamo ascoltati

Mah, questa volta le recensioni mi hanno fregata, io do due stelle solo perché poteva essere anche una bella storia, ma la narrazione è veramente al pari di un temino delle elementari! Linguaggio che dire scialbo è dire poco, discorsi tra protagonisti completamente inconsistenti, descrizione dei luoghi zero, due parole per parlare dei compagni in modo estremamente stereotipato, il bello, il bravo, lo stronzo...parole utilizzate, sempre le stesse che riescono pure a ripetersi in poche righe. Un romanzo breve in cui le pagine scorrono a dire cose di una banalità sconcertante tipo "esco, mi lavo, faccio la doccia, bevo, vado in piscina, andiamo in discoteca..." non si può proprio parlare di romanzo di formazione, non bastano tre righe finali su una storia d'amore a fare un romanzo di formazione, proverò a leggere altro di Espinosa, ma come primo approccio non ho trovato veramente nulla che possa definirlo un libro.

A differenza di chi mi ha preceduto, non l’ho trovato un capolavoro: bello, si’, ma niente di speciale. Il libro inizia con la partenza del protagonista, un ragazzo, per la Repubblica Dominicana con dei compagni di classe e un paio di insegnanti: ma gia’ qui c’e’ qualcosa che non va: quando mai si va, nella realta’, in un posto tanto lontano, con la scuola? E poi, gli insegnanti non fanno nulla durante il viaggio? Comunque il libro si incentra sulle paure del protagonista, che comincia, durante questa vacanza, a scoprire se stesso. In sostanza, ho trovato elementi irreali ed elementi realistici, che faccio fatica a tenere insieme in un unico libro.

Profonda l'analisi dei sentimenti. Intensa la passione dei protagonisti, ...mortificata da un contesto sociale gretto e ottuso.