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Il romanzo è una divertente epopea privata ambientata in una Berlino al cospetto di un Reichstag spettacolarmente impacchettato da Christo. Protagonista è uno scrittore che in piena crisi d'ispirazione accetta di redigere un articolo sulle patate. Il testo diventa quindi il pretesto da cui prende avvio una rocambolesca indagineprivata alla ricerca del senso di una formula che il caro zio Heinz, grande divoratore e intenditore di patate, pronunciò sul suo letto di morte: Albero rosso. Così, nell'estate del 1995, inizia il viaggio dall'originaria Amburgo verso la capitale tedesca, per raccogliere informazioni e recuperare un curioso archivio contenente le più disparate notizie sul teutonico tubero, pazientemente raccolte da uno studioso convinto che, nella Ddr, riabilitando le patate dovesse avvenire una "rivoluzione culturale" tale da realizzare il socialismo dal volto umano. A Berlino compaiono i personaggi più diversi: un italiano che rifila al protagonista una giacca di cartone, accademici dell'Est ora disoccupati, il presunto barbiere di Ulbricht, una germanista laureatasi con una tesi sulla patata nella letteratura ora al servizio di utenti telefonici avidi di "bizzarri" racconti. Gli episodi si inanellano l'uno all'altro come tappe obbligate verso la soluzione dell'enigma iniziale. E sarà un ultimo ennesimo incontro a fornire al protagonista la chiave ormai disattesa. Timm si conferma un abilissimo affabulatore, capace di restituire atmosfere altamente sensoriali intrecciando la grande storia con quella privata, attraverso una metropoli in piena e faticosa evoluzione a pochi anni dalla Wende, una Berlino in cui è tuttavia ancora possibile la quotidianità dei rapporti umani. "Non conosco nessun'altra città in cui si entra in contatto con la gente così rapidamente come qui, uno chiede il nome di una strada e ti raccontano una biografia". E lo stesso lettore percepisce in questo romanzo il retaggio di una diffusa e ancora resistente solidarietà sociale o, semplicemente, un più che mai necessario attaccamento alla vita. Francesca Falconi
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