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Il noto, il nuovo. Appunti postumi sulla natura del potere e della storia. Testo inglese a fronte. Con CD Audio - Giovanna Frene - copertina
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Il noto, il nuovo. Appunti postumi sulla natura del potere e della storia. Testo inglese a fronte. Con CD Audio
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Il noto, il nuovo. Appunti postumi sulla natura del potere e della storia. Testo inglese a fronte. Con CD Audio - Giovanna Frene - copertina

Descrizione


Che cos'è il potere? Quali relazioni ci sono tra il potere e la storia? Qual è il ruolo della poesia nel mondo di oggi? È a queste domande che "Il noto, il nuovo", libro duro e scabro, essenziale e tuttavia densissimo, cerca di dare un senso, non con risposte dirette, ma con l'allegoria dei fatti storici, sulla scia di quanto stanno operando in prosa autori come Littell, Vollmann, Binet. Attraverso suggestioni provenienti da epoche e voci diverse, emerge come in un palinsesto il quadro sconcertante della ineluttabilità dell'esercizio del potere e della violenza come motore della storia. Proprio per questo, nessun uomo è escluso dalla facoltà della scelta e dal dissidio della colpa. E anche la poesia non può più permettersi di rimanere rinchiusa in schemi lirici ormai desueti e che la allontanano dal mondo. Non si tratta semplicemente di un libro di poesia civile, ma di versi che riflettono la storia. Nel CD allegato la musica dei "Poems" una band psicorock: il sound del gruppo si rifà agli anni 70, estendendosi verso la psichedelia e il country-blues. La band, capitanata da Davide Desolei, frontman oltre che autore delle canzoni, si ispira alle atmosfere dei Leningrad Cowboys, ai film di Kusturica ibridati alle fantasmagorie felliniane. Prefazione di Paolo Zublena. Postfazione di Silvia de March.
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Dettagli

2011
27 luglio 2011
32 p.
9788875801588

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TAT
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Il libro di questa poetessa punta molto in alto, fin dal pomposo sottotitolo. Affronta eventi storici di suprema gravità, dal nazismo a Ground Zero, ed è cosparso di citazioni colte (Benjamin, la Arendt, Severino, e altri ancora). Ma proprio per questo, come spesso accade in questi casi, finisce con il mancare il bersaglio. I versi non sono minimamente all'altezza delle "lacrimae rerum" delle tragedie evocate. A peggiorare il quadro, non si capisce il senso del CD allegato, che contiene pezzi goliardici scadenti come "Birra e brioches": cosa c'entrano queste canzoncine con "la natura del potere e della storia"?

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alida airaghi
Recensioni: 5/5

"Mi piace pensare a questo testo come a un'opera di poesia della storia",scrive Giovanna Frene a commento di questo suo denso,severo,impegnato contributo poetico. Poesia della storia e non sulla storia,quasi a mettere tra parentesi il suo ruolo di voce sola e celebrante, in favore di una testimonianza più collettiva di sdegno e denuncia. Un libro particolare,il suo, di un'originalità esibita e orgogliosa, non solo formale e contenutistica. Nella proposta editoriale, in primo luogo, della coraggiosa casa editrice Transeuropa,che affianca ai testi proposti nella collana "Inaudita" anche un allegato multimediale. Nella veste grafica, che intervalla i versi con fotografie newyorkesi di Laura Callegaro, e accompagna ogni poesia con la traduzione in inglese. Nella prefazione di Paolo Zublena e nella postfazione di Silvia De March, entrambe dottissime ed esploranti tutti i collegamenti filosofici, psicologici e letterari interni al testo. Soprattutto poi nei rimandi culturali sottesi, stratificati in ogni pagina della plaquette, che richiamano i nomi basilari del pensiero novecentesco (Braudel, Deleuze, Arendt, Benjamin, fino al nostro Severino) e che rendono ogni parola poetica radicata nel terreno scabro, risentito e recettivo della coscienza civile e ideologica del secolo appena trascorso. Una poesia, questa di Giovanna Frene, assertiva, dura, compatta: concentrata sul tema del male, come si prospetta non solo metafisicamente, ma nel suo concreto operare storico. Il male come "skàndalon" intollerabile,e pure troppo spesso accettato pavidamente, non contrastato nell'operare quotidiano dei popoli e dei singoli. Un male che nei millenni si è fatto guerra, strage, terrorismo, pulizia etnica: quasi sempre senza capacità di redenzione e riscatto, senza prospettive di speranza e riparazione ("ma è mai esistito un tempo buono, inenarrabilmente/buono,aperto a conchiglia verso ogni futuribile possibilità che esista anche/ solo un frammento diverso/attorno a cui germinare?")

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Giovanna Frene

1968, Asolo

Giovanna Frene è una poeta italiana. Dopo il diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, si è laureata in Lettere all’Università di Padova e poi addottorata ivi in Storia della Lingua con Pier Vincenzo Mengaldo. Tra i suoi libri di poesia: Spostamento (Lietocolle, 2000); Datità (Manni, 2001), con postfazione di Andrea Zanzotto (riedito da Arcipelago Itaca, 2018); Sara Laughs (D’If, 2007); Il noto, il nuovo (Transeuropa, 2011); Tecnica di sopravvivenza per l’Occidente che affonda (Arcipelago Itaca, 2015), Eredità ed estinzione (Donzelli, 2024), entrato nella dozzina finalista del Premio Strega Poesia 2024.

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