North american lake monsters

Solo per curiosità, dato che non avevo apprezzato Il nero visibile e il racconto I mostri del cielo dello scrittore americano, mi faccio prestare questa raccolta dal solito amico che possiede in merito al weird contemporaneo, gusti opposti ai miei ( a lui non piacciono dei fuoriclasse come Cisco, Ligotti, Padgett, Volodine, non ama il grande Aickman né de la Mare, ma stravede per Fager...). Sorvolo sullo stile e sull'eleganza semantica, idem per la scarna magra struttura sintattica, già lo sapevo, quindi mi soffermo sui contenuti: d'accordissimo con chi ha affermato che la letteratura dovrebbe essere scevra da qualsiasi ambizione pedagogica, e l'autore difetta proprio in questo tipo di approccio, figlio di questi tempi al 100%, benissimo usare il weird, l'horror e il fantastico come specchio dell'interiorità umana, ma l'operazione richiede finezza di pensiero e sibilline allusive raffinate capacità letterarie, totalmente estranee al nostro narratore (autore vuol dire andare oltre al saper raccontare...), lo spirito di queste storie è sempre monocorde, idem per le tipologie delle trame che presentano sempre lo stesso tipo di umanità, personaggi come stereotipi negativi, i traumi della vita, i drammi psicologici, le cattiverie, aspetti che nel weird puro, dovrebbero essere non sostanziali, qui tutto questo è il centro dell'opera di Ballingrud, arricchito a sproposito da saltuari elementi gore che non aggiungono nulla ai racconti. In un mare di elogi di entusiasti lettori di genere, come sempre accade, sui social, gruppi pubblici etc, non appena qualcuno, si azzarda a sussurrare qualche critica ( magari di un amico a cui il libro non è piaciuto), si scatena la truppaglia, si presentano in ordine con provinciale livorosa ostinazione, a difesa del capolavoro: collaboratore editoriale, traduttore, l'amico degli amici, la nonna, il book influencer, il garzone del salumiere, lo spettro del critico che si ritiene acculturato, un golem e ...