L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Con Non stop views Davide Giacalone tenta un esperimento ardito: quello di far entrare la radio in un libro. Il volume è infatti la raccolta dei suoi commenti quotidiani su Rtl, pubblicati sul web in forma scritta dopo la trasmissione via etere. Si tratta, a detta dello stesso autore, della trascrizione di quanto andato in onda con l'accorgimento di un minimo adattamento per le diverse forme d'espressione. Ed è proprio questo che sembra non funzionare. Non è impensabile trasportare la scrittura in radio e la radio in tv, e viceversa, ma si tratta di formati di comunicazione molto diversi tra di loro, ognuno con i propri codici. Di conseguenza, il passaggio dall'uno all'altro implica un lavoro di sottrazione o di addizione, a seconda dei casi, con i necessari adattamenti e diverse strutturazioni del pensiero.
Questo, però, Giacalone non lo fa nel suo libro. Non riorganizza i suoi editoriali né inquadrandoli in un contesto cronologico dei fatti, né utilizzando la più ampia possibilità di spazio data dal libro per meglio argomentare le proprie tesi. Nella lettura l'incongruenza stride: il tempo della carta non è quello della radio. Lo scritto, per forma e struttura, è approfondimento e costruzione complessa del pensiero, mentre e la radio è il suo contrario: immediatezza e semplicità. Caratteristiche che, nero su bianco, rischiano di trasformarsi in approssimazione e povertà.
Così, scorrendo le pagine, scopriamo che "Ariel Sharon è un uomo di pace" e che dovremmo "sperare di trovarne un altro", che "se i nostri servizi hanno collaborato al prelievo di Abu Omar, per consegnarlo agli statunitensi, hanno fatto bene" e che il decreto del ministro Turco sugli stupefacenti è "una cretinata che produce cretinate".
L'altro aspetto critico del libro è l'approccio alla notizia. Nell'introduzione viene annunciata l'intenzione di una lettura non schierata ma "senza alcuna pretesa di obiettività e men che meno di verità". Nella realtà, però, quella supposta equidistanza da destra e da sinistra è ben più giacobina. Nel distendersi della lettura, infatti, i commenti "tirano" da una parte sola: critiche serrate alla magistratura colpevole di aver picconato la "prima repubblica" e di far carriera comunque anche sbagliando (quegli "asini del processo Sme") e varie critiche al governo attualmente in carica e al centrosinistra ("Prodi ha detto due cose chiare, tutte e due sbagliate"). Il tutto emulsionato in un brodo di luoghi comuni: l'evasione causata da un'eccessiva pressione fiscale, lo scontro di civiltà tra islam e cristianesimo, i costi e la scarsa moralità della politica e la positività della globalizzazione. Un pregio, comunque, Non stop views ce l'ha e sta nella copertina, che reca in bella vista il logo di Rtl. Cosa, questa, che potrebbe convincere alla lettura chi normalmente si tiene lontano dai libri. Ma a quale prezzo?
Domenico Affinito
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore