Non nobis domine. I custodi della verità

E' sempre difficile scrivere qualcosa di originale ed, avvincente su questo argomento. Un romanzo ambientato ai nostri giorni e non in un universo parallelo deve, pur nell'ambito della fantasia degli Autori, essere verosimile. Ora un manoscritto il cui autore è un templare del trecento, ammesso che sia di origine italica, non potrebbe scrivere in un italiano che nemmeno uno studente di lettere classiche del terzo millennio potrebbe ideare. Avendolo riportato in corsivo si deve presumere che sia il testo originale e non un "riassunto". Poi Hitler che arriva a Rennes le Chateau scortato da soldati e carriarmati fa un po' sorridere. L'analisi psicologica dei personaggi è a mio avviso poco credibile. Una per tutte: Alexia subisce una aggressione quasi mortale e reagisce con uno stato d'animo idoneo ad una componente delle forze speciali. I Navy Seals che si aggirano per Roma armati dentro un camper irto di antenne e parabole.....per non parlare del segreto, che dovrebbe essere il nodo cruciale di tutto il racconto. Speravo meglio.....

Questo libro non mi ha convinto molto, racconta del ritrovamento di un diario scritto da un templare, che narra del luogo in cui si trova parte del tesoro dell'Ordine dei templari. Un'antiquaria romana acquista all'asta il diario. Un'organizzazione segreta, l'Inquisizione, e la CIA cercheranno di impadronirsene, mentre un giovane commissionario e il redivivo Ordine dei Templari, si schiereranno in difesa dell'antiquaria. Il libro è ricco di spunti, anche se non sempre sfruttati appieno.