Dopo Il racconto e il romanzo filosofico della modernità (2013), Non dimenticarsi di Proust. Declinazioni di un mito nella cultura moderna (2014) ed altre escursioni non solo novecentesche, prosegue la campagna di scavo del moderno da parte di Anna Dolfi con la sua collana "Moderna/Comparata", che per ampiezza di orizzonte e spessore degli interventi si segnala nell'ambito della produzione critica di ambito accademico come un tentativo controcorrente. Con questo volume di oltre seicento fitte pagine è la volta del "non finito", tema tanto sollecitante quanto plurale nelle sue possibili declinazioni, ma altrettanto ostico a lasciarsi definire in formule: anzi la resistenza a farsi rinchiudere in schemi astratti o scolastici è quanto sembra far parte naturalmente del messaggio che gli artisti hanno consegnato ai loro lavori "non finiti" o "interrotti", che per questo non cessano d'interrogarci. Si spazia qui da Ariostoa Stendhal, da Michelangelo a Samuel Beckett, e molti capitoli investono autori di primo piano del Novecento italiano: Michelstaedter, Gadda, Pavese, Landolfi, Bilenchi, Zanzotto, Morante, Dessì (quest'ultimo caro in particolare a Dolfi); e va sottolineato il denso apporto di ordine teorico fornito da Enza Biagini, che in apertura attraversa con filosofi e semiotici la zona fatalmente elusiva, fluida eppure eloquente dell'incompiutezza, tra istanze anticlassicistiche e disincanti postmoderni. Nella pluralità dei rinvii, nell'interdisciplinarietà e nella molteplicità dei metodi sono da ravvisare i pregi caratterizzanti l'insieme, anche se in tanta mole si nota l'assenza di riferimenti alla musica, che bisognerà colmare prima che Schubert e altri sommi non rivendichino di aver posto il tema con fondativa pregnanza, e proprio per il Moderno (la linea Nietzche-Adorno ne è forse l'erede elettiva e più lungimirante). Da notare, infine e in compenso, le aperture al teatro e al cinema (il mitico Mastorna felliniano) e i sondaggi extra-canonici, nel campo della contemporaneità più prossima, con studi su William Gaddis (1922-1998), su Mauro Mazzetti, autore del "romanzo digitale" Cuore à la coque (2011), e su Sandro Veronesi; mentre una originale rassegna di Oleksandra Rekut-Liberatore prende in esame opere interrotte per malattie senza scampo: ritroviamo qui insieme Tiziano Terzani e Oriana Fallaci, accanto a autori noti e non noti che affrontano il tema della "finitudine" in memoriali e scritture che sono, a un tempo, scommesse, meditazioni e slanci oltre il presente. Luca Lenzini
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