Non ci credere

Thriller psicologico di perfetta stesura. Jerry diventa un amico fin dalle prime pagine e non si riesce a lasciarlo in balia del proprio destino. Fino all'ultima pagina non si capisce bene quale sia il confine tra realtà, follia e pazzia, come se si trattasse di un Matrix più realistico del film. Ci vogliono scrittori di thriller di questo livello, poco splatter e tutto condensato nella tensione psicologica, quella che più inquieta a spiazza... Alla fine ci si chiede se quello che capita a Jerry potrebbe accadere pure a noi. Unico neo: una certa prevedibilità a circa 50 pagine dalla fine. Comunque, ottimo thriller, da leggere per chi non teme i propri incubi e gli abissi della psiche.

La prima parte è un po' troppo tranquilla per i miei gusti, ma serve per addentrarsi in quell'intricato labirinto in cui si è trasformata la mente di Jerry e per provare empatia nei suoi confronti. La seconda parte invece mi ha fatta sentire abbondantemente ripagata per aver saputo pazientemente attendere che la storia entrasse nel vivo. Non lo consiglierei a chi ama i thriller movimentati, ma a me personalmente è piaciuto.

Nell'ambito della letteratura crime neozelandese, PAUL CLEAVE riesce a far parlare di sé in modo positivo. Il suo nono romanzo è un thriller che scava nei meandri tortuosi della mente di uno scrittore di thriller che si ammala di Alzheimer e non sa più cosa è vero e cosa non lo è. Avvincente e sorprendente, tortuoso eppur lineare, NON CI CREDERE è scritto magistralmente. Si addentra nei segreti del protagonista, ma anche nelle dinamiche alla base della creatività di uno scrittore.