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Descrizione


Coniugando in maniera magistrale il ricordo e l'invenzione, il senso dell'humour e l'inquietudine, Hernández guida il lettore in un geniale gioco di analogie e associazioni di idee e seduce chi ha la fortuna di leggerlo.

«Se non avessi letto i racconti di Hernández non sarei diventato lo scrittore che sono oggi»Gabriel García Márquez

Di Felisberto Hernández, Italo Calvino scrisse: «Non somiglia a nessuno: a nessuno degli europei e a nessuno dei latinoamericani, è un "irregolare" che sfugge a ogni classificazione e inquadramento ma si presenta ad apertura di pagina come inconfondibile.» E in effetti Hernández sorprende il lettore con immagini sconcertanti e surreali, in cui non di rado gli oggetti o le singole parti dell'essere umano acquistano vita propria. Coniugando in maniera magistrale il ricordo e l'invenzione, il senso dell'humour e l'inquietudine, Hernández guida il lettore in un geniale gioco di analogie e associazioni di idee e seduce chi ha la fortuna di leggerlo.

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Dettagli

2011
5 ottobre 2011
136 p., Brossura
9788883732003

Valutazioni e recensioni

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Cristiano Cant
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Un dolce giro di pianoforte a carezzare i bordi di questa raccolta; preziosa, sorprendente, sfiorata da dita anche surreali, ma alla fine intense nel misterioso gioco della lettura, necessarie: "Al silenzio piaceva ascoltar la musica, ascoltava fino all'ultima risonanza e poi restava lì, riflettendo su quello che aveva sentito. I sui giudizi si facevano attendere. Ma quando aveva preso confidenza, il silenzio interveniva nella musica; passava tra i suoni come un gatto dalla gran coda nera e li lasciava pieni di intenzioni". Fra immagini sempre fuggenti dentro una narrazione come in bilico, sospesa fra un addio e una sensazione, mai certa di nulla, soffiata quasi dai fori di un invisibile ottone, chi parla? Cosa racconta? "I tuoi passi sembrano palpitazioni. Mi è già capitato di sentirmi battere il cuore come se uno zoppo mi camminasse dentro". Si va avanti così, dalla bellezza di un titolo che già forse fissa ogni andamento agli scalini di ogni periodo, uguali a "un vaporetto che naviga tra le isole incagliandosi di continuo o scaricando le merci nei porti sbagliati". Cos'è in fondo la letteratura se non la storia di un uomo che sbaglia strada? Dunque meglio una piega stramba a gestire gli aghi impazziti della bussola che l'ostinato graffio di virtù arrogante ad avere sotto mano il controllo delle cose. Siamo sempre guidati, anche coi pugni saldi sul timone. Felisberto lo sapeva come lo sanno quelli che si saziano mangiando qualcosa da una scatola vuota, alzandosi da tavola contenti. Chi regala "nubi da un cielo quadrettato", chi "passa lo straccio fra i vari punti dell'anima" e stupisce coi doni di un favolista, è lì, ancora nel nostro ricordo, a impreziosire un'esperienza, a intonare note riuscite. Come un topo sogghigna "sotto vecchi mobili", odori stupendi che escono "da pentole sporche", questa la traccia. Chi voglia gettarsi lo faccia, attenzione però: non c'è rete. Ma non abbia timore. Cadrà in piedi, come nei sogni.

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Paola Lorenzini
Recensioni: 5/5

In questi racconti sembra di poter vedere il Felisberto adulto, impegnato a rincorrere ricordi che non si lasciano afferrare, a entrare nelle terre della memoria in cui forse non è più gradito ospite perché riguardano il Felisberto bambino, che con la sua fantasia modellava la realtà. Il limite fondamentale non è dato tanto dalla capacità ridotta della memoria, quanto dall'essere ormai esclusi da un campo che non è più di propria competenza, in cui è vietato l'ingresso a quelli che sono ormai considerati estranei: i ricordi, quasi indistinguibili dai pensieri, si plasmano trasformandosi in altro, come una sostanza magmatica che scorre tra le mani per poi sfuggire alla presa. In Hernández il surrealismo non è quello canonico, non somiglia a quello di altri scrittori più noti: l'elemento fantastico è costituito dall'ambiguità tra pensiero e rievocazione del ricordo, dall'invasione dell'adulto nel territorio dell'infanzia, dalla lotta con la memoria che prepara insidie e tranelli, distorce e altera la percezione della realtà. In queste tre storie di lezioni di musica, dove il pianoforte dà l'accordo iniziale, la ragione pare soccombere di fronte alle associazioni mentali scoordinate e confusionarie che generano immagini ambivalenti, ma il linguaggio è sempre preciso e dà luogo a suggestive metafore.

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Massimo F.
Recensioni: 3/5

Scritto bene, profondo ed elegante: ma, soprattutto, surreale quanto basta ed anche di più. La formula dei "racconti", poi, di certo non facilita il lettore. Contento di averlo letto, ma non lo rileggerei.

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Conosci l'autore

(Montevideo 1902-64) scrittore uruguayano. Pianista di professione, alternò l’attività di concertista con quella di scrittore. Si guadagnò una certa fama con due romanzi, entrambi autobiografici: Ai tempi di Clemente Colling (Por los tiempos de Clemente Colling, 1942, nt) e Il cavallo perduto (El caballo perdido, 1943, nt); ma i libri che fanno di lui uno dei più originali esponenti della letteratura fantastica latinoamericana sono le raccolte di racconti Nessuno accendeva le lampade (Nadie encendía las lámparas, 1947), Le ortensie (Las hortensias, 1949, nt) e La casa inondata (La casa inundada, 1960, nt). Se si fa eccezione per Terre della memoria (Tierras de la memoria, nt), pubblicato postumo e incompleto nel 1965, in cui l’autore rievoca il passato, in tutte le opere di H. colpisce il...

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