Nero. Silver Surfer

Questo graphic novel quasi non sembra più un fumetto: le tavole, coloratissime e il disegno dal tratto marcatamente pop, quasi psichedelico, fanno pensare di più ad una galleria d'arte moderna. Bella e originale la trama, dall'ampio respiro cosmico, che riprende però le caratteristiche native del personaggio. Negli ultimi tempi il surfista d'argento era diventato sempre più simile ai suoi muscolosi colleghi supereroi, qui ritorna alla sua dimensione più aliena e, paradossalmente più umana e struggente. Un must per tutti gli appassionati del mitico Norrin ma non solo: una gioia per gli occhi e un'ottima occasione per riscoprire il fumetto non più come fenomeno pulp di sottocultura ma come la più fresca e recente forma d'arte. Da non farsi sfuggire!

Nel suo vagabondare per l’Universo, il Surfer d’Argento non era ancora finito dentro un buco nero. Forse ci voleva uno sceneggiatore come Donny Cates per recuperare i toni epici che Stan Lee aveva impresso al personaggio all’inizio della sua storia e per immaginare una graphic novel che elimina ogni tratto di umorismo e leggerezza e procede per accumulazione strato su strato, condensando suggestioni e recuperando situazioni e personaggi che appartengono a tutto il Marverluniverse e non solo alla saga del Surfer. E solo un disegnatore come Tradd Moore poteva ridare smalto al Surfer negli ultimi tempi apparso un po’ troppo muscolare e un po’troppo poco espressivo, memore della lezione del grande Kirby. Cates e More non se la cavano con un viaggio psichedelico attraverso paesaggi astratti all’interno del buco nero, ma imbastiscono una vera e propria lotta per la vita e la conquista dell’anima di Silver Surfer con risultati ammirevoli. Va letto più volte, per esaminare i testi densi di significato e decrittare le grandi tavole ricche di suggestioni. In appendice alcuni extra appetitosi sulla genesi del volume. Immancabile nella biblioteca di ogni amante del fumetto.

Una storia intimista con protagonista il surfista argentato, lisergicamente dipinta da Tradd Moore. Un surreale trip tra pop art e avanguardie, degno del prezzo del biglietto.