Nella mia lunga e tormentata esistenza. Lettere da una vita

Sfoglio le pagine del volume e mi accorgo di essere sul treno in corsa,seduto accanto al finestrino.Di fronte c'e lui,Montanelli che"dice la sua" su questo paesaggio italiano.Un orizzonte tricolore di persone,situazioni e sensazioni che scorrono al di la' del vetro.Un viaggio nello spazio e nel tempo. Dal fascismo alla contestazione del '68.Ripartendo dagli anni 70 di una nazione inquieta,precipitando nel tramonto morale di Tangentopoli fino all'esordio di Berlusconi. Ad ogni stazione,sulla banchina vedo politici, scrittori, capitani d'industria, cattivi maestri che lo interrogano. Lui,il Giornalista, scrive di ritorno a tutti. Risposte ebbre di saggezza, cariche di modernita',prive di retorica. Ma gli interlocutori che lui privilegiava siamo noi. Quelli qualunque. Coloro che incroci sugli autobus ,trovi in fila alle casse dei supermarket, o che , complice un'eta' invidiabile, siedono nei banchi di scuola. Gli stessi che in migliaia, vergano pagine a lui indirizzate per conoscere il "Suo" senso della vita o solo per avere un suo giudizio su chi nei protagonisti di "Cuore "-Franti o Garrone- possa incarnare un modello di vita. E' di queste persone , sconosciute nei nomi -ma riconoscibili nelle emozioni, nell'intelligenza, nell'orgoglio di essere italiani - che Montanelli si sente interprete commentandone istanze, dubbi e convinzioni nelle rubriche del " Corriere " e de " Il Giornale". Il mio viaggio sul treno prosegue ancora oggi. Ma di fronte a me lui non c'e' piu'.Ogni tanto qualcuno si siede,ma non balbetta neppure la meta' di cio' che Indro era capace di dire.Scrisse ,ad un lettore:"Se Lei avra' qualcosa da invidiarmi, e' solo la gioia di scrivere sempre le cose in cui credo,anche se non ne rimarra' nulla".Vorrei smentirlo:e' trascorso molto tempo da allora ed io-e noi-ci abbeveriamo ancora alla fonte delle sue parole,le respiriamo.Ma il contraddittorio non puo' aver luogo,lui e' sceso ad una fermata,anni fa. Era il 22 Luglio 2001.

Come già nel 2009, con la pubblicazione lacunosa e reticente dei Diari col titolo redazionale I CONTI CON ME STESSO, ora l'Editore Rizzoli manda in stampa numerose Lettere- private e pubbliche- di Indro Montanelli. Ma sempre con molte esclusioni(per es. quella a Roberto Gervaso) e tagli arbitrari, eliminando tutte le lettere dei corrispondenti. Quindi, scelte "politicamente corrette" per le esclusioni di lettere e filologia amatoriale: si rimane perplessi. Rizzoli, di fatto, monopolizza gli scritti di questo autore ma non lo valorizza affatto. Ci vorrebbe un Meridiano Mondadori per Montanelli. Voto basso solo all'Editore.

E' fin troppo evidente, da parte mia, la gioia di trovare (o ritrovare) qui raccolte una lunga serie di lettere che hanno accompagnato l'esistenza di Montanelli, pur lunga e tormentata come recita il titolo. La corrispondenza è sempre la depositaria delle esperienze di una vita, specie la sua che è stata lunga sì, ma anche piuttosto articolata. Ecco che la raccolta dei suoi pensieri, solitari, inquieti, ma anche imprudenti ed eccessivi,fornisce ulteriori elementi per capirne la personalità. Bentornato dunque Indro, che le tue parole siano foriere di giudizi più accurati e definitivi.