Nel paese della persuasione

Libro di racconti stralunati, a volte distopici e surreali. In alcuni si fa fatica a seguire la trama, anche se è evidente la critica alla società moderna rappresentata come un “Grande fratello”, in cui siamo tutti vittime narcisiste, esibizioniste e malate di tecnologia. I migliori racconti sono quelli più verosimili (Natale e Le polacche), nei quali la sua scrittura semplice, diretta e, a volte, comica riesce a emozionarti e a coinvolgerti.

Interessante raccolta di racconti incentrati su di un tema molto attuale come la manipolazione delle esigenze e dei desideri dei consumatori ad opera delle compagne di marketing delle multinazionali, con conseguente mercificazione delle loro vite. Valga come esempio il racconto degli esperimenti chirurgici su cavie umane che si vedono sostituiti i propri ricordi con spot commerciali.

Una raccolta di racconti surreali, ambientati in un mondo alternativo in cui il consumismo è portato all'eccesso e l'umanitá dei personaggi, fatta eccezione per alcuni protagonisti, appare rarefatta. La penna di Sauders è brillante: il suo moralismo, la sua critica nei confronti di una societá in realtà molto più vicina alla nostra di quanto sembra -dove la ricerca scientifica non ha etica, dove i mass media prendono sempre più controllo nel nome del capitalismo, dove il politically correct sembra non esistere- appaiono lampanti nelle immagini di questo teatro dell'assurdo, così come lo è la lungimiranza dell'autore (il paragone con la serie tv BlackMirror, mandato in onda cinque anni dopo l'uscita della raccolta, è inevitabile). Tuttavia, non tutti i racconti brevi riescono, non sempre le tematiche sembrano essere trattate in modo sufficientemente approfondito (ed ecco spiegata la stella mancante). La nota di amaro a fine lettura resta per quello che sarebbe potuto essere un libro per me perfetto e che invece mi ha lasciato molte, forse troppe, sensazioni contrastanti.