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Mauro Corona raccoglie in questo volume novantatré racconti brevissimi, molti dei quali autobiografici. Sono storie minime di paese, attuali o antiche e trasfigurate nella leggenda, buffe o tragiche, malinconiche o grottesche e surreali, violente o poetiche. E' sempre presente la natura, la montagna, il bosco e i suoi abitanti: alberi e animali, abeti, larici, cirmoli e carpini, cani, camosci, poiane, ciuffolotti e trote. I protagonisti sono pastori, contadini, cacciatori, boscaioli, gente dura ma solidale e generosa, talvolta spietata e vendicativa. La legge, in montagna, più che decretata dallo Stato, è stabilita dalla morale della comunità. Non mancano sbruffonate da osteria, storie di coraggiose scalate e miracolose sopravvivenze, di cacce prodigiose e scherzi pesanti, crudeli o educativi. Ci sono leggende cupe di morti viventi, spiriti benevoli o malvagi, che attendono nella notte il viandante x salvarlo o ucciderlo. Compagno di tutti è l'alcol, la grappa profumata di erbe e ginepro e il vino rosso aspro e forte prodotto dalla piccola uva di montagna, che aiuta a sopportare la neve e la solitudine, o disseta d'estate lungo il cammino e celebra l'amicizia. E' un amico nemico, il vino, perché spesso di alcol si muore. Su tutto, c'è l'ombra della tragedia del Vajont, cesura tra prima e dopo, che cancellò in un istante sentieri e ponti, persone e case, distruggendo un'antica civiltà contadina. Nonostante la violenza e la vendetta, l'avidità e la sopraffazione, la gente di montagna crede nella famiglia e nella collettività paesana, e x questo è tanto difficile allontanarsene. La religione, spesso intrecciata con la superstizione, aiuta a superare difficoltà e lutti, ad affrontare i pericoli di una natura splendida e spietata, e x questo spesso lungo i sentieri si vedono piccole immagini sacre. Sono racconti forse troppo frammentati x essere ricordati ma semplici e poetici, affascinanti x gli amanti del silenzio nei boschi e nella natura.
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