Nel cuore del fantastico

A volte l'immagine nasconde anche più di un testo, di un codice cifrato, di una parabola. Chiama ad indagini infinite, a scandagli, a curiosità, confermandoci che il chiaro, il visibile nascondono come un marsupio nel quale custodiscono tanti di quei segreti da impegnare e esortare gli studi a sempre nuove ricerche. Ce lo dice in questo volume uno dei più grandi intellettuali del Novecento, un uomo che desiderava capire e conoscere almeno quanto respirare; qualcosa come uno scrutatore del sensibile, un filosofo cocciuto che va a infilarsi con le sue tante lanterne negli angoli più impensati delle cose, traendone risultati meravigliosi. In questo caso l'arcano raddoppia, perché come straordinariamente osserva l'autore: "spesso l'artista si diverte a simulare un mistero, costringendoci a scavi e a divertimenti sempre più ostici". Perché è proprio questo il dato: come si fa a venire a capo di un mondo del tutto imprendibile a lume di ragione: i miti, i simboli, l'inaudito, l'insolito, come si possono far quadrare in una compiutezza d'analisi. Il fantastico è "un veleno"? Ci obbliga a prove d'intelletto talmente scivolose e sfuggenti da finire in una resa senza condizioni? O invece, proprio per questo, rinsalda la rincorsa, la rianima di sproni, la investe con spirito accresciuto e ne moltiplica la passione? Gli esempi nel libro si perdono. L'Allegoria del Purgatorio di Bellini è un viaggio dalle mille sfumature, dagli echi impaurenti e rilassanti insieme (accostamento incredibile, ma vero); dove conduce la lettiga lungo il fiume di Luminais, con dentro i suoi due individui (dipinto di ipnotica bellezza); E ancora l'Anamorfosi leggendaria del quadro di Holbein, i due sogni di Raffaello di Ghisi e di Raimondi. Cosa si cela in quegli ibridi intraducibili di alcune sconvolgenti visioni? Il mostruoso, l'onirico, il terrifico, l'imprevisto, come possiamo farli planare in una cosciente e posata lettura? Lo sforzo resterà aperto. Apriamo la mente, libro stupendo.