Nel castello di Fardaqan

Questo castello, sito nelle brulle e desolate regioni della Persia settentrionale, al centro di alcune importanti città del Nord-Ovest, quali Hamadhan, Rayy, Qazvin e Isfahan, vedrà racchiuso tra le sue mura, prigioniero (ma di riguardo) Avicenna, famoso medico, filosofo, matematico, logico e fisico persiano, per un periodo di 115 giorni, incarcerato, sembra, per sottrarlo a possibili vendette di despoti locali. Ziedan prende come pretesto l’incarcerazione per raccontare tutta la vita di questo straordinario genio i cui trattati di medicina influenzarono per alcuni secoli la cura di pazienti in tutta Europa. E’ interessante notare che le sue cognizioni di medicina si basarono in prima battuta come sintesi dei trattati di Aristotele e di Galeno, ma poi si fondarono sulla sua esperienza diretta alla cura di numerose patologie nella popolazione persiana (da queste esperienze nacquero ll libro della guarigione e Il canone della medicina). Dando la priorità alla gente povera, che soccorreva con amore. E’ notevole come, nella sua cura di patologie, soprattutto quelle gastro-intestinali, desse priorità alla dieta, bandendo, tra l’altro, il consumo di grassi animali, suggerimento, questo, raccomandato dalla medicina e nutrizionistica moderna. Assieme a questi aspetti, Ziedan racconta i tre grandi amori che solcarono la vita di Avicenna, prima la vedova Sundus, poi la bella schiava Rawan e infine Mathals, studiosa e saggia quasi alla pari. Avicenna fu sempre contrario alla guerra, come si evince da questo suo scritto: “mentre io curo un malato, a migliaia sono sterminati da malattie, guerre, dalla demenza del potere e la superbia dei potenti”. Si narrano pure i rapporti di Avicenna con i grandi saggi persiani dell’epoca (a cavallo dell’anno mille) e pure i problemi politici dovuti alle lotte tra i governatori dei potentati vicinali. Se siete aficionados di romanzi storici, questo tomo è una ghiotta occasione, non perdetelo.

Ziedan, celebre scrittore e studioso egiziano, noto da tempo al pubblico italiano, ci offre in questo suo lavoro uno sguardo sul grande sapiente, filosofo, medico, etc. centro-asiatico: Ibn Sina, il nostro Avicenna (980-1037 d.C.). Il suo è un romanzo, non un saggio, perché ha ritenuto che non potesse essere sufficiente rimanere “prigionieri” di un saggio nel descrivere una tale personalità. Quindi Ziedan opta per il romanzo, all’interno del quale, pur riferendo rigorosamente i fatti salienti e caratterizzanti la vita e l’opera del grande scienziato, si prende tutta la libertà che ritiene opportuna per inquadrare e presentare l’<oggetto> del suo studio. Focalizza la sua e la nostra attenzione sui circa quattro mesi che Avicenna passa come prigioniero sui generis, riverito e rispettato da tutti, nella fortezza di Fardaqan, sita al centro delle più importanti città persiane del Nord-Ovest, quali: Hamadhan, Rayy, Qazvin e Isfahan. Il periodo passato a Fardaqan diventa il centro da cui partire per narrare il passato, il presente e il futuro del “Signore dei Sapienti e dei Medici” e dell’epoca in cui visse. Un tuffo in uno spazio e in un tempo che è alquanto ignoto a chi non è studioso di quei mondi e di quei tempi. E’ questo uno dei grandi meriti del lavoro di Ziedan, che con grande maestria e attraverso tutta una serie di personaggi, iniziando dal comandante della fortezza: Mansur al Muzdawaj, ci rende vicini le speranze, le paure, i timori e le attese di un’epoca che, se da un lato ci ha donato figure di eccellenza assoluta come Ibn Sina e al Biruni, dall’altro ha anche visto la presenza di tanti uomini di potere incarnanti ferocia e violenza, come Muhammad di Ghazni. Se una critica mi sento di fare all’autore è quella di aver indugiato troppo, al limite del lezioso, sulle passioni amorose del “Signore dei Sapienti”.

Siamo attorno all'anno 1000 in Persia e il romanzo ripercorre la vita di Avicenna, celeberrimo medico, matematico, filosofo, astronomo, etc etc, insomma un genio letterato dell'epoca, che ha fatto storia. 3 stelline perchè è mancato il brivido, ma sicuramente ha sortito l'effetto di farmi viaggiare nello spazio e nel tempo. Da leggere se: 1- Ami le atmosfere da mille ed una notte, profumo di incenso, palazzi enormi che riescono a dare refrigerio nel torrido deserto persiano 2- Hai detto Avicenna? Avicenna chi? Ecco, non trattandosi di un signor nessuno, direi che un'infarinatura su che genio fosse e su quanto ha contribuito alla cultura ed alla medicina, questo romanzo riesce a dartela 3- Ti interessi di filosofia? In questo libro ne troverai degli accenni 4- No, ma la cosa che ho trovato divina è come l'autore parla del sesso parafrasandolo con una delicatezza e poesia che ha pochi eguali: "Con trasporto, forza e passione Avicenna la strinse a sè col braccio sinistro e sentì che lei si scioglieva sul suo petto come argento fuso e poi esalava come incenso che si fa nuvola. Lei fece di lui il suo cielo..."