Le navi delle false griffe. Fatti e misfatti della globalizzazione

Ho letto entrambi i libri della dr.ssa Fatiguso: "Le navi delle false griffe" e "Oltre la muraglia". Due reportage realizzati in due momenti diversi, separati dalle Olimpiadi di Pechino e dall'avvento della crisi finanziaria con conseguenze relative. Questo secondo evento è uno dei riferimenti di "Oltre la muraglia", nel quale si sviluppa l'indagine per capire quale è l'approccio più efficace per le aziende italiane che intendono stabilire rapporti con la Cina. Tra le conclusioni, quella che trovo più significativa è che la Cina non deve essere più intesa come "la fabbrica per il mondo", ma come un vasto mercato che offre una smisurata quantità di opportunità, per carpire le quali, appunto, bisogna avvicinarsi nel modo giusto. Altrettanto l'aspetto culturale, che ha enormi potenzialità: entrambe le culture, cinese e italiana, hanno radici molto antiche e questa comunanza può generare iniziative non solo economiche molto vantaggiose e fruttuose per entrambe le parti. Ne "Le navi delle false griffe" invece, vengono esplorati alcuni aspetti collaterali, neanche tanto nascosti, attraverso i quali si sostiene l'economia sommersa, parallela, che da tempi non sospetti ha fatto della globalizzazione / internazionalizzazione il suo cavallo di battaglia. Personalmente ho avuto l'impressione, non ancora smentita, che, dato per scontato che un'azione preventiva per disincentivare l'illecito è una chimera, gli enti che hanno facoltà di intervenire non operino, loro malgrado a volte, con sufficiente impegno, a causa anche di una scarsa integrazione tra di loro e di mezzi non sempre all'altezza e, sullo sfondo, l'economia italiana e quella europea che non riescono a fare sistema.