La natura imperiale della Germania

Che cos'è un'opera minore di un grande storico? Minore solo nel senso delle pagine, della necessità di compendiare in alcune lezioni destinate a futuri insegnanti di lingua e mondo tedesco, in una Strasburgo da poco ricondotta nell'alveo della Francia, 1927/28, alcune della caratteristiche salienti del mondo germanico, in rapporto con l'idea dell'impero universale di matrice romana, traslato nell'identità, termine sempre un po' ambiguo, delle genti del Deutschtum. Grande Germania/ Piccola Germania, questo è il problema, che nasce in epoca medioevale, campo nella quale Bloch si muove con somma maestria. Credo sia proprio questo sguardo "profondo" che gli permetta di cogliere così bene il presente, la sua epoca ( su tutto si legga "La strana disfatta", sorta di lucidissimo e spietato libro bianco sul perché e percome la Francia, nel 1940, subisca una sconfitta senza appello o quasi), i nessi profondi a volte carsici, che connettono idee ma radicate, alle nuove, o apparentemente tali, condizioni della contemporaneità. Pagine belle, dense; su tutte io ho apprezzato in massimo grado quelle su Federico II di Svevia, stupor mundi et inmutator mirabilis. Utili e corposi i due saggi di introduzione, che conducono il lettore verso una lettura consapevole e critica e rilevano la natura specifica di questi "frammenti" nell'opera di Bloch, minori solo nella mole, non nella caratura della qualità.