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Il volume traduce un capitolo della monografia del 2008 Politiques de la Révolution Française. Il titolo originario di queste pagine è negativo (Un Washington manqué: Napoléon Bonaparte), a partire dal parallelo tracciato da Chateaubriand nei suoi Mémoires d'outre-tombe. L'immagine di Napoleone come "altro Washington" circola infatti tra il colpo di stato del 18 brumaio e l'incoronazione imperiale: un arco di tempo ristretto, ma delicatissimo. Paragonato dagli oppositori a Cesare e Cromwell nel momento del colpo di mano, Bonaparte non manifesta solo "un attivismo straripante", ma compie gesti di alto "valore simbolico", unendoli a una "nuova retorica" che modifica "lo stile del potere". Così, la propaganda insiste sulla "riconciliazione di tutti i francesi", mentre il Primo console proclama una Costituzione che agisce come "strumento" nelle sue mani, legittimando la propria azione, ma anche personalizzandola. La "frode elettorale" del plebiscito conferma poi il suo "spudorato cinismo politico" e insieme un "sovrano disprezzo" per quel "popolo" di cui si considera il "solo vero rappresentante". La liquidazione degli avversari rende poi improponibile il paragone fra Bonaparte e Washington. L'americano incarna la figura di un "Cincinnato moderno", che "pone il bene pubblico al di sopra delle proprie ambizioni". L'intera vicenda del francese contraddice quest'immagine, a dispetto dell'oratoria cortigiana e della leggenda elaborata da Napoleone stesso durante l'esilio: quella di un "Washington coronato" che "esercita una dittatura universale e opera a suo piacimento per la felicità del suo popolo, senza chiederne il parere e concedendogli quel tanto di libertà che ritenga utile per il suo bene".
Rinaldo Rinaldi
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