Napoleona. L'avventurosa storia di una nipote dell'imperatore

Napoleona non è una versione femminile di Napoleone I (benché sembra che a lui assomigliasse nei lineamenti e nel carattere forte e spesso collerico), bensì sua nipote, la figlia della sorella Elisa Bonaparte e di Felice Baciocchi, anch'egli di origine corsa, nominati principi di Piombino e di Lucca, poi granduchi di Toscana: appunto, Elisa Napoleone Baciocchi, nata a Lucca nel 1806 e morta in Bretagna nel 1869. A essa Angelica Zucconi dedica una biografia appassionante e appassionata, leggibilissima ma non per questo meno rigorosa nella ricerca e nei riferimenti storici.
È stata pubblicata in una collana storica, nella quale sono inserite storiche di riferimento come Natalie Zemon Davis e Anna Rossi-Doria, impedendo così che questo studio venisse relegato in un'editoria specialistica e "di nicchia" sulle dinastie. La vita, la personalità, il difficile carattere, l'ampia rete familiare alla quale era e soprattutto si sentiva legata Elisa Napoleone rendono possibile la ricostruzione non solo di ambienti politici e mondani, e di case regnanti e spodestate della prima metà dell'Ottocento, ma anche un capitolo di storia italiana che attraversa il regno napoleonico, la restaurazione e la cospirazione carbonara nella quale la seconda generazione dei Bonaparte fu coinvolta. Rappresenta inoltre un capitolo di storia europea: Napoleona, pur trascorrendo una buona parte della sua vita in Italia, fece parte di quella nobiltà parvenue, rifiutata dalle corti di ancien régime, e per questo cosmopolita, poliglotta, interessata alle imprese e agli affari economici come a quelli politici.
In ambedue le imprese, la finanziaria e la politica, la protagonista, presto rimasta orfana e andata sposa in un matrimonio di convenienza, si dedicò con alterne vicende, dovute sia al suo carattere irruente sia soprattutto al suo essere donna. Ciò che si mantiene lineare nella sua esistenza fu la più completa fedeltà al mito napoleonico e alla famiglia materna: viaggi e azioni furono dedicati al sostegno per riportare al governo della Francia un Bonaparte, che fosse il cugino principe di Reichstag, morto troppo giovane, o l'altro cugino Luigi Napoleone, futuro Napoleone III.
L'autrice tratteggia il definirsi del carattere volitivo di Napoleona sino all'età matura, basandosi su una complessa documentazione di corrispondenze, testimonianze, ritratti rintracciati con tenacia e letti con grande acutezza e sensibilità. Ci offre soprattutto un esempio di storia al femminile. Per quanto fossero privilegiate le origini e le condizioni di vita di Napoleona, appaiono evidenti le difficoltà, per una donna del suo tempo, di essere autonoma e legalmente indipendente rispetto all'autorità e alla tutela legale maschile. Ritornata in Francia con la rivoluzione del 1848, Napoleona non può essere, a differenza dei cugini, eletta all'Assemblea della nuova repubblica, ai cui lavori solo assiste. Durante il Secondo impero, trovandosi a disagio nella vita di corte parigina, avvia l'ultima e più feconda attività della sua vita, in Bretagna, dove mette finalmente a frutto capacità imprenditoriali e conoscenze tecniche gestendo in autonomia una proprietà terriera e aiutando a riscattare dalla miseria le popolazioni contadine. Patrizia Dogliani