Movimenti globali. La protesta nel XXI secolo

Il testo, scritto a ridosso delle proteste contro un vertice del WTO a Seattle del 1999, del G8 di Genova e dell'11 settembre del 2001, cerca di tracciare le caratteristiche del movimento antiglibalizzazione, dalla sua costituzione all'apice. L'autore ne analizza le componenti, i punti di forza e debolezza, e offre spunti di riflessioni per sopravvivenza del movimento stesso. Manca, tuttavia, forse per la troppa vicinanza rispetto ai fatti di Genova, una riflessione puntuale, seria e veramente critica di quanto accadde tra il 20 ed il 22 luglio del 2001. Ad ogni modo, leggere questo interessante saggio nel 2021 è importante per interrogarsi su questioni fondamentali, poste già a Seattle, maturate a Porto Alegre ed esplose a Genova: dieci anni fa, a quest'ora, i movimenti per l'acqua vedevano il trionfo dei referendum contro la privatizzazione di quel bene comune e universale; vent'anni fa, a quest'ora, prendeva sempre più forma, consistenza e consapevolezza il movimento no-global che, dopo Seattle e vari summit intermedi, avrebbe vissuto il G8 a Genova; vent'anni fa, a quest'ora, nessuno immaginava che sarebbero accaduti l'11 settembre, l'invasione dell'Afghanistan e dell'Iraq, l'esplosione del movimento pacifista. Il 2021 è un anno ingombrante: costringe a fare i conti, alla luce e con il contributo della pandemia, con quanto non è stato ancora analizzato e, soprattutto, compreso degli eventi di cui ricorrono anniversari pesantissimi. Il 2021 ha l'obbligo di fare chiarezza e di inchiodare, finalmente, ciascuno degli attori interessati, a diversi livelli (dal sociale al politico al culturale), ciascuno di noi, alle proprie responsabilità. Abbiamo il dovere, l'obbligo, morale, etico, storico, politico, di fare i conti una volta per tutte con quanto è stato. Perché a Genova non è Stato ucciso solo Carlo. A Genova siamo morti tutti noi.