Motherless Brooklyn. I segreti di una città (Brooklyn senza madre)

Quando la sindrome di Tourrette (indubbia coprotagonista e valore aggiunto alla narrazione) ti obbliga a questi exploit, meglio avere accanto qualcuno che è al corrente della tua particolare espansività, e il ruvido Coney è il partner ideale: conosce a menadito ossesssioni e tic da coprolalia che, oltre al dispensarlo dallo stucchevole politicamente corretto (non che in quell'ambiente fosse molto osservato), per certi versi, fanno del protagonista - narratore in prima persona che ne è affetto -, un ottimo tirapiedi, soprattutto nelle lunghe e noiose operazioni di sorveglianza. "Per me, contare e toccare le cose e ripetere le parole fa parte della stessa vita. In realtà, la sindrome di Tourette è un grande gioco a tocca e scappa che dura tutta la vita. Il mondo (o il mio cervello, fa lo stesso) mi tocca con qualcosa, ancora e ancora. E io rispondo al tocco. Potrebbe essere diverso? Se vi è mai capitato, conoscete la risposta." Lionel Essrog è così, lui ascolta e ricorda tutto, e il mondo che Lethem gli costruisce intorno, pur nella sua stravaganza, riesce ad essere credibile. Le situazioni rocambolesche per cui si ride, potrebbero ricordare l'allegra agenzia investigativa del gruppo TNT, ma c'è un fondo amaro che riporta alla realtà cruda e violenta dei bassifondi della Brooklyn anni '90. Lethem è uno scrittore abile e versatile, dall'ottimo ritmo narrativo. Spazia dalla fantascienza alla saggistica e al giallo hard-boiled come Motherless Brooklyn (già pubblicato col titolo Testadipazzo). Secondo me è uno dei pochi statunitensi contemporanei viventi e scriventi da tenere d'occhio. "Il fatto è che per me una donna deve avere un certo quantitativo di imbottitura, capisci che cosa voglio dire? Qualcosa fra te e lei, che faccia da isolante. Altrimenti, ti trovi contro la sua anima nuda."

Ho letto il libro prima di vedere il film, ma probabilmente mi sono fatto influenzare dall'aver saputo che la pellicola sarebbe stata ambientata negli anni Cinquanta, così mentre lo leggevo non riuscivo proprio ad immaginarmi lo scenario anni Novanta che in realtà è descritto! A parte questa mia mancanza è una lettura piacevole e a tratti spassosa, la descrizione in quarta di copertina non rende appieno il tono a volte buffo e leggero di tutta la storia. Il protagonista e la sua famiglia di amici pescati in orfanotrofio da un mafiosetto di piccolo cabotaggio sono raccontati bene, mi sono divertito molto nel racconto dell'infanzia dei ragazzi e mi sarebbe piaciuto leggerne di più. Il film è interessante soprattutto per le performance degli attori (Norton, Willis, Baldwin, Dafoe) ma ci sono un po' di cambiamenti che mi hanno fatto preferire il libro.

Gran bella storia, con un protagonista veramente particolare che resta in mente.. aspetto con ansia di vedere il dvd con Edward Norton protagonista.