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Cupo,freddo,come la protagonista del romanzo lo stile della Rendell.Una racconto ben fatto,psicologico nella descrizione dei personaggi,dove il sentirsi inferiori,l'invidia,le amarezze represse sono bacilli ideali per far esplodere la febbrecitante follia che è in noi.
Di lettura gradevole,la Rendell scrive benissimo, e veloce dura meno di 200 pagine,scritto nel 1977 il romanzo è tremendamente datato, piu che un giallo è un dramma.Si puo' fare a meno di leggerlo.
Di taglio abbastanza retrò (scritto nel 1977), lascia un retrogusto di polvere e provincia, più che un thriller pare una soap, con l'aggiunta di particolari pseudo-inquietanti che alla luce di quel che c'è adesso in giro fa un po' sorridere... un romanzo di 250 pagine non può srotolarsi privo di scosse, e francamente al limite del tedioso, e poi avere un taglio gore solo nella risoluzione finale. Anche l'abuso delle intuizioni non convince.
Recensioni
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(scheda pubblicata per l'edizione del 1987)
scheda di Cortellazzo, S., L'Indice 1987, n. 7
Ruth Rendell è autrice di pregevoli gialli ad enigma (con protagonista l'ispettore Reginald Wexford): classiche ed ortodosse come stories in cui la tensione del lettore è tenuta viva fino al colpo di scena finale. Ma esiste anche un'altra Rendell, meno rassicurante. La gabbia ordinata del giallo "alla Christie" si spezza per dar spazio a un universo di violenza totale, in cui ogni certezza si frantuma. Ci riferiamo a quei romanzi della scrittrice inglese che focalizzano l'attenzione su personaggi psicolabili in preda a terribili ossessioni, come accade alla protagonista di " La morte non sa leggere ", la governante Eunice Parchman, vittima di una terribile menomazione, di un segreto da non svelare... l'analfabetismo. La Rendell procede nel racconto con una prosa asciutta, essenziale. La storia di Eunice ha il sapore dell'inchiesta: perché la donna ha massacrato, con una complice esaltata e visionaria, l'intera famiglia in cui prestava servizio? Perché il suo segreto, celato con tanto risentimento verso il mondo, è stato scoperto. Perché la sua "diversità" (definita dalla Rendell una sorta di cecità), venuta alla luce, l'ha trasformata in belva. L'interesse del romanzo sta nell'attenzione minuta rivolta agli impercettibili cambiamenti del personaggio, alle reazioni del gruppo circostante, ai processi di azione e reazione instaurati fra le parti, in un crescendo continuo ed opprimente destinato per forza all'esplosione finale, al caos.
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