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Potere, inganno, scalata sociale, amore, vendetta: sono questi gli ingredienti della leggenda dei Nibelunghi che si aggrega intorno alla figura di Sigurdr. Marcello Meli ci accompagna, con la sua prosa chiara, al cuore di questa storia complessa (impossibile riassumerla in poche righe), che è giunta fino a noi tramandata da fonti disparate per provenienza geografica e temporale e che si svolge nel medioevo europeo tra Germania, Norvegia e Islanda. Nell'introduzione, la prima parte della quale è dedicata alla tradizione manoscritta dei testi presi in considerazione, la leggenda nibelungica viene narrata seguendo la tradizione norrena, l'unica che la conservi compiutamente nella Saga dei Volsunghi e in alcuni Carmi del Codex Regius. Non mancano tuttavia i confronti puntuali con altre versioni: particolarmente significative sono le varianti riscontrabili nel Cantare dei Nibelunghi. L'esposizione della materia segue una suddivisione in più parti, dedicate alla storia della stirpe dei Vulsunghi, alla quale Sigurdr appartiene, alla nascita e alla giovinezza dell'eroe, al tesoro, alla vendetta e all'uccisione del serpente, all'incontro con la valchiria (Brunilde), al soggiorno alla corte di Gjúki, alla disputa delle regine, all'inganno e alla morte di Sigurdr. I momenti salienti della leggenda, in particolare la morte dell'eroe, sono presentati nella seconda parte del volumetto, in lingua originale con apparato critico a piè di pagina; la traduzione a fronte, sempre adeguata ed efficace, corredata di note esaurienti sia sotto l'aspetto testuale sia sotto quello storico-culturale, permette anche al lettore non specialista di conoscere "dal vivo" i personaggi e le atmosfere della più nota tra le leggende germaniche.
Vittoria Dolcetti Corazza
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