Morire per miracolo. Una storia di droga, carcere e Aids. E di una conversione autentica

Esatto opposto della raccolta agiografica per celebrare un aspirante “santo”, questo libro nella sua crudele essenzialità mette i brividi. Se non fosse tutto così quasi scientificamente documentato si direbbe che una vita come quella di Paolo Caccone è tratta da un romanzo. Da una vita bruciata e distrutta dalla droga e dall’angoscia (culminata nella scoperta di essere sieropositivo), è sbocciata davvero per miracolo la risposta alla domanda di mistero che aveva dominato tutta la sua vita. Don Giuseppe Dossetti , che ha intrecciato con Paolo, da vero Pastore di anime quale era, una breve ma straordinaria corrispondenza, nella Messa esequiale ha detto: “Vogliamo celebrare le meraviglie del Signore, che di un viandante affaticato che ha percorso tutte le strade del mondo nella sua inquietudine, nella sua ricerca, nella sua ribellione talvolta – di questo viandante affaticato e tormentato – ha fatto un suo figlio, e l’ha chiamato alle nozze eterne... Un certo giorno incontrò due di noi in un ascensore dell’ospedale di Bazzano, e uno gli disse: ‘Venga a trovarci’. Venne, e cominciò. E da quel giorno, tutto quello che c’era di tormento, e insieme di bene desiderato nel suo cuore, è esploso... Da quel giorno, di colpo, si è liberato dalla dipendenza della droga senza fare nessuna cura... E nella nostra famiglia è vissuto come un monaco perfetto”.