Montmartre

È una grafic novel che si legge in un solo giorno. Adatta a tutte le età, ma escluderei la fascia d'età più piccola per via di alcune parole un po forti. Ma la storia è molto carina e ti tiene compagnia per un pomeriggio.

Un incontro tra anime solitarie e opposte. Amicizie inaspettate grazie alle quali ritrovare e riscoprire se stessi. Forse grazie alla magia di Montmartre, effluvio d'arte e d'artisti. Forse con l'aiuto di Gogol, personaggio che diviene rappresentazione umana di quel meraviglioso quartiere. Ogni libro è un viaggio e, chi sa leggere tra i pensieri, chi sa sognare attraverso la combinazione delle parole, chi, nei colori di un acquerello che si fa realtà e sogno, riesce a sentire i profumi e i suoni e le voci interiori di Pierre e Lucille e del loro continuo divenire e trasformarsi in Montmartre, non può che amare questa STORIA e il suo finale. Finale che, come in tutte le storie, non è altro che un nuovo inizio.

Graphic novel, fumetto, art book... qualsiasi sia il suo nome MONTMARTRE è una storia meravigliosa. Un libro che porta a Parigi ma anche nel cuore di ognuno di noi. I testi e gli acquerelli sono una poesia per l'anima e per gli occhi. E il viaggio di Lucille fragile ragazza di paese nella grande città diventa metafora del viaggio di ogni cuore pensante verso la libertà e il diritto di essere felici. Un libro che vuoi riaprire dopo averlo chiuso perché non è solo lettura, non è solo guardare le figure, non è solo riconoscere un quartiere tanto romanzato. È un'esperienza d'amore. Non ho una cultura specifica in materia di graphic novel ma questo fumetto mi ha intrigato, emozionata, commossa. Gli acquerelli d'atmosfera di Gianfranco Vitti avvolgono con tenerezza i testi cesellati di poesia di Gaia Favaro in un susseguirsi di incastri e contrasti dove colore, parole (e musica!) arrivano a lasciare senza fiato. Montmartre crocevia di artisti e umanità variopinta c'è tutta. SIAMO NOI quando usciamo dalle nostre zone di confort per rischiare il miracolo dell' INCONTRO. Stare di fronte all'altro e guardarsi, perdersi e poi ritrovarsi un po' diversi. Per me è un piccolo CAPOLAVORO.