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Un mondo diviso. Testo inglese a fronte - Moniza Alvi - copertina
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Un mondo diviso. Testo inglese a fronte - Moniza Alvi - copertina

Descrizione


"Dentro di me c'è un nocciolo come quello che cerca di riempire il mango. Dentro c'è l'essenza di un altro continente. Ho paura di perderlo - ma quanto sarebbe meglio se potessi prenderlo tra le braccia e scappare via tenendolo stretto!" (Moniza Alvi)
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Dettagli

2014
27 agosto 2014
187 p., Brossura
9788868430795

Voce della critica

    "C'è un paese alle mie spalle / che cresce sempre più – presto scoppierà, / strariperanno i fiumi, mi scorreranno sul petto." Fin dalla raccolta d'esordio The Country at My Shoulder (1993), la poesia dell'anglo-pakistana Moniza Alvi è segnata dalla presenza di una cultura "altra" come fardello e fonte d'ispirazione. Ma questo tema tipicamente postcoloniale è solo un tassello in un insieme di elementi sorprendenti, a partire dall'originalità delle immagini: "Vorrei essere un punto in un quadro di Mirò. // Appena distinguibile dagli altri, / è vero, ma posto in modo unico". Nei versi di Alvi c'è un equilibrio tra surreale e magia del quotidiano, un mescolarsi continuo di alto e basso come in Pellegrinaggio, dove un gruppo di bambini si raduna a contemplare un pezzo di sterco "e quello sembrava fissarci / marrone intenso brunito / quasi regale / come se pure il sole ne godesse". O come nell'indimenticabile titolo della seconda raccolta, Una ciotola d'aria calda (1996). O come nelle paure, silenzi e desideri legati alla religione, rivelati attraverso i buchi nei calzini di un cugino che si leva le scarpe per pregare nella moschea (Scarpe e calzini). Le raccolte seguenti hanno spesso un forte nucleo d'attrazione, un nodo tematico e metaforico ricorrente. Non è facile distinguere tra tema e immagine, perché spesso le poesie lasciano in chi legge l'eco impalpabile come di un sogno, o di una musica, senza che sia chiaro un motivo, un significato, un possibile referente. A questo riguardo, la suggestiva postfazione della traduttrice Paola Splendore chiama giustamente in causa il concetto di "leggerezza" delle Lezioni americane di Italo Calvino. Così, la protagonista della raccolta Portando mia moglie (2000), descritta dal marito, decide di camminare a quattro zampe, infangandosi tutta: "Ma era riconoscente – / aveva imparato così tanto dagli animali, / a scavare, a indagare, a nascondere. / Tralasciando tutti i lavori di casa / mi raccontava brevi brillanti / storie del prato". E questa immediatezza materica rimane anche nella raccolta Souls (2002), centrata su ciò che di più elevato si possa immaginare: "È importante che le anime / non si facciano troppo notare. Pensa cosa accadrebbe / se si mostrassero a viso scoperto – / sarebbero incolpate d'ogni cosa." (Con qualsiasi tempo). Si tratta di un versificare, insomma, ben rappresentato nella poesia Gli illusionisti, dove una coppia di prestigiatori compiono la loro magia più sensazionale e inaspettata quando hanno un figlio, che farà scomparire inesorabilmente le loro vite precedenti. In punta di piedi, con questa impalpabilità fatta di enorme talento ma anche di notevole coraggio e gusto per il rischio, Alvi si è affermata negli ultimi anni come figura di riferimento della poesia anglofona. La raccolta Come la pietra trovò la voce (2005) rappresenta una svolta visionaria nel suo percorso, una costruzione di miti delle origini per il nostro futuro, a volte apocalittici e talvolta utopici: nel componimento "Come il pensiero accompagnava il viaggiatore", il pensiero "sapeva essere sfacciato, farsi avanti dentro nightclub / e bordelli, lottando con posti inospitali, / facendo un respiro profondo e infilandosi a forza. // E il pensiero sapeva diventare spazioso / come un paese che apre le porte ospitale / agli avventurosi, o agli emarginati." L'ultima raccolta presente in questa selezione (Europa, 2008) è invece centrata sulla sofferenza del trauma e dello stupro, non solo nel suo svolgersi, ma anche nelle variazioni lancinanti del ricordo: se il domatore-guaritore fa uscire il trauma allo scoperto, la "ferita risponde, / balzando in primo piano / per danzare senza posa / sulla pelle sottile della mente" (Risposta). In tutte le raccolte rappresentate in questo Un mondo diviso, poi, c'è la costante presenza ispiratrice della pittura, in un dialogo fertilissimo tra immagine e parola scritta. Alvi si serve della pittura per creare la giusta tonalità dei suoi versi, in un modo che ricorda l'abitudine di Bernardo Bertolucci di portare collaboratori e attori a guardare un particolare dipinto, metodo privilegiato per comunicare l'effetto desiderato di un film ancora da girare. Talvolta gli editori inglesi di Alvi hanno ben curato questo dialogo tra le arti, mettendo il dipinto in questione in copertina: è il caso di Europa e dell'opera di Tabitha Veevers Sirena, che raffigura una sirena riversa su uno scoglio, la coda squarciata a formare due gambe ("Amore umano gridava il mare, / il mare nella sua testa."). Davvero un peccato che Donzelli non abbia investito in una simile operazione; così come dispiace non vedere, nella selezione della curatrice, qualcuna delle indimenticabili poesie che Alvi ha tradotto/adattato dal francese Jules Supervielle. Ma Un mondo diviso resta comunque un libro prezioso, un appuntamento da non mancare per il pubblico italiano della poesia.   Pietro Deandrea    

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