I molti altari della modernità. Le religioni al tempo del pluralismo

Il testo risale ad una lezione tenuta in Germania nel 2012, in cui il sociologo americano espone posizioni già note, aggiungendo qualche spunto di riflessione alla luce delle problematiche emerse negli ultimi anni. Al centro dell’attenzione resta sempre la teoria della secolarizzazione, di cui traccia le coordinate storiche e l’approccio personale, che ha visto un radicale ripensamento nel 1999. Il paradigma della secolarizzazione affermava che la modernità avrebbe portato alla scomparsa della religione, ma la profezia non si è avverata e, invece, si è affermato un singolare pluralismo, in cui accanto ad una Europa profondamente secolarizzata, esiste anche un’America profondamente religiosa. Esistono, tuttavia, due differenti concezioni del pluralismo moderno: quello che riguarda la coesistenza di diverse forme di religione all’interno dello stesso Stato e quello che riguarda la compresenza di discorsi religiosi e secolari. Se è vero che oggi ampi settori della vita quotidiana si svolgono “Etsi Deus non daretur”, è anche vero che la religione assume un peso rilevante a livello politico e per questo lo Stato deve necessariamente mettere in agenda le politiche della gestione delle modernità multiple. La conclusione del libro è affidata ad una riflessione sulla libertà religiosa e sull’opportunità che uno Stato l’assecondi: non è in maniera specifica una questione di utilità politica, ma è innanzitutto un diritto che spetta al soggetto di trovare le risposte che ritiene più opportune alle domande che riguardano la propria esistenza, se, poi, la libertà religiosa torna anche utile allo Stato per questioni di ordine pubblico, allora, a fortiori, occorre sostenerla.